I matrimoni gay spaccano a metà
il Nordest: il 52% è contrario

Lunedì 27 Luglio 2015 di Natascia Porcellato
I matrimoni gay spaccano a metà il Nordest: il 52% è contrario
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Negli ultimi mesi, l’Italia ha ricevuto due diverse condanne da parte della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. La prima era stata nell’aprile scorso: Strasburgo aveva condannato il nostro Paese per tortura in occasione dei fatti del G8 di Genova del 2001. Qualche giorno fa, invece, è arrivata la censura per l’arretratezza della legislazione nazionale in tema di unioni civili. La questione, però, appare tutt’altro che risolta, in Italia come nell’opinione pubblica nordestina: il matrimonio gay, infatti, sembra dividere. Secondo i dati elaborati da Demos e pubblicati all’interno dell’Osservatorio sul Nord Est, il 48% degli intervistati si mostra favorevole al riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, mentre uno su è contrario.

È nella garanzia dell’articolo 8 (Diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che la normativa italiana appare talmente arretrata da meritare la condanna della Corte di Strasburgo. Mentre gli Stati Uniti rendono le unioni omosessuali legali in tutti gli Stati e in Europa anche la cattolicissima Irlanda vara una legislazione che riconosce i matrimoni gay, in Italia tutto rimane fermo. Molto si è detto, è vero, ma chiacchiere a parte: nulla è stato fatto.

Che il tema sia scottante lo mostrano anche i dati presentati oggi sul Gazzettino. Ad essere contrari all’introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso è il 50%, ma una quota sostanzialmente analoga (48%) mostra il suo favore.

Chi appare maggiormente aperto verso il riconoscimento delle unioni gay? Guardando all’età, possiamo vedere come il favore più ampio sia rintracciabile tra gli under-25 (75%), ma anche tra i giovani tra i 25 e i 34 anni (66%) e tra quanti hanno tra i 35 e i 44 anni (57%) il consenso si mantiene ampiamente al di sopra sia della media dell’area che della maggioranza assoluta. Un po’ meno esteso, invece, appare il sostegno alle unioni omosessuali espresso da quanti hanno tra i 45 e i 64 anni, anche se comunque coinvolge (almeno) 4 nordestini su 10. È solo tra gli anziani over-65, infatti, che il favore rispetto a questa ipotesi si contrae bruscamente (21%).

Consideriamo, poi, l’influenza della religiosità. Tra i non praticanti possiamo rintracciare il consenso più ampio (62%), ma anche tra quanti frequentano saltuariamente la messa l’orientamento positivo verso le unioni omosessuali si attesta al 53%. È tra quanti sono assiduamente presenti ai riti religiosi, infatti, che la quota di favorevoli si contrae maggiormente, ma coinvolge comunque 1 su 3 (33%).

Se analizziamo poi il titolo di studio, vediamo che sono soprattutto le persone in possesso di un diploma o una laurea ad essere più aperti verso l’ipotesi di riconoscere le coppie gay (59%). Sostanzialmente divisi a metà, invece, appaiono coloro che sono in possesso di un livello di istruzione medio, mentre il favore si riduce al 27% tra quanti hanno conseguito la licenza elementare.

Infine, osserviamo l’influenza della politica. In questo caso, vediamo come il sostegno al riconoscimento delle unioni omosessuali coinvolga quasi sette elettori del Movimento 5 Stelle su dieci e oltre un incerto su due (52%). Consistente, anche se non raggiunge la soglia della maggioranza assoluta, appare anche l’apertura verso il riconoscimento dei matrimonio gay che proviene dagli elettori di Pd (43%) e Lega (40%). È tra i sostenitori di Forza Italia (27%), infatti, che registriamo la quota minima di consenso.
Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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