Altri tagli dal governo, Zaia sbotta:
«Il Veneto massacrato dalle tasse»

Mercoledì 11 Marzo 2015 di Alda Vanzan
Altri tagli dal governo, Zaia sbotta: «Il Veneto massacrato dalle tasse»
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VENEZIA - Quando Luca Zaia è comparso in aula, inaspettato e non annunciato, qualcuno è andato a sfogliare a ritroso il calendario: era dal 12 giugno, quando si votò la legge per il referendum sull’indipendenza, che non lo si vedeva a Palazzo Ferro Fini. La presenza del presidente della Regione ieri in consiglio era legata al bilancio di previsione 2015: come aveva fatto anche negli esercizi precedenti, Zaia ha voluto spiegare - pur con un giorno di ritardo visto che la sessione di bilancio è iniziata martedì - le scelte della Finanziaria, i tagli, le priorità. A partire da 3 cifre: 12 miliardi di entrate, appena 70 milioni di spesa libera contro i 575 del 2010, 21 miliardi di residuo fiscale.



Zaia ha detto che quello sarà votato nei prossimi giorni sarà «un bilancio di transizione»: la nuova amministrazione dovrà infatti rivedere la manovra per recepire i prossimi tagli in arrivo da Roma. Il governatore ha confermato il sostegno ai sindaci: «Mi accusano di aver fatto troppi ricorsi alla Corte costituzionali? Sono stati tutti condivisi con gli altri presidenti di Regione. Ma adesso sono i Comuni a chiederci di intervenire contro i tagli e noi saremo al loro fianco». Proprio perché ci sono state variazioni continue, la manovra di bilancio arriva in approvazione «solo ora». «È chiaro - ha detto che - se continuerà questa musica, solo tagli e basta, diventeremo un sostituto di imposta. Ma i veneti si aspettano che la Regione trovi soluzioni e noi lo abbiamo fatto. Certo, se potessimo contare sui 21 miliardi di residuo fiscale, soldi nostri che lasciamo a Roma, si capovolgerebbe il mondo».

Disoccupazione, povertà crescente («La mia segreteria ha ricevuto 16mila telefonate di cittadini in difficoltà»), ma anche opportunità a partire dai fondi comunitari e dal turismo su cui continuare a investire. Resta il problema delle norme statali che Zaia chiede di cambiare. Una su tutte, quella che regola la vendita del patrimonio: «Con queste norme non si riesce a vendere». Infine, un invito a riscrivere in maniera «più severa» la legge urbanistica: basta consumo del suolo, «tanta archeologia residenziale va riconvertita in cubatura».

Tutti gli interventi che si sono succeduti - sono stati di fatto, in un senso o nell’altro, una replica a Zaia. E il dibattito sul bilancio 2015 si è trasformato in una verifica di fine legislatura e in una valutazione dell’operato del suo presidente. Una sorta di campagna elettorale in aula. Durissimo Roberto Fasoli del Pd che ha denunciato «la sistematica e irresponsabile mancata presenza» di Zaia ai lavori del Consiglio e le contraddizioni di una maggioranza divisa, frantumata in microgruppi, e incerta sul da farci. «La sfida che lei ci ha lanciato cinque anni fa noi l’abbiamo colta, ma è mancato lo sfidante». Ma l’esponente dell’opposizione ha lanciato anche un appello: «Non trasformiamo questa Regione in una terra di battaglia. Nella prossima legislatura il Consiglio regionale deve diventare il centro della politica veneta».



Il dibattito continuerà anche oggi e si concluderà con la replica dell’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti. Poi inizierà l’esame degli emendamenti.
Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 07:07

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