Guerra nella Lega, Tosi prende
a schiaffi i fedeli di Zaia

Lunedì 23 Giugno 2014 di Paolo Calia
Flavio Tosi
TREVISO - Sei mesi di sospensione a un militante storico trevigiano, il presidente del consiglio provinciale Fulvio Pettenà da sempre fedelissimo del governatore Luca Zaia; commissariata la sezione dell'ex presidente della Provincia di Belluno Giampaolo Bottacin da anni schierato sul fronte opposto a quello di Flavio Tosi; sotto accusa altri tre militanti trevigiani, tra cui Marica Fantuz, sindaco di Meduna di Livenza appena rieletta a vicina sempre al governatore Zaia, tutti quanti a rischio espulsione. Il direttivo nazionale di sabato pomeriggio ha segnato una nuova, sanguinosa, puntata della faida tutta interna al Carroccio tra tosiani e zaiani.



La tensione è altissima, soprattutto a Treviso dove si affilano le lame in vista del congresso provinciale di fine settembre. Nel resto del Veneto la situazione non è però migliore: i tosiani vogliono mantenere il controllo delle province più importanti in modo da formare la base che consentirebbe a Tosi di spiccare il volo, anche verso quella poltrona da governatore occupata da Zaia. È vero che il numero uno della Lega continua a ribadire che il candidato per le Regionali del prossimo anno rimane lo stesso Zaia, ma alcuni contatti presi nelle ultime settimane con alcuni imprenditori, soprattutto trevigiani, hanno alimentato le voci di una sua possibile discesa in campo. La Marca è il terreno di questa battaglia e il direttivo Nazionale ha provocato le prime vittime, tra cui Pettenà.



Il suo è un caso emblematico: da più di dieci anni presidente del consiglio provinciale, uomo da «trincea», leghista della prima ora è da sempre uno degli uomini di fiducia di Zaia. Negli ultimi giorni si è però prodotto in una serie di dichiarazioni che, a quanto pare, hanno dato molto fastidio a Tosi. Ha pubblicamente criticato il leader veneto per essere venuto nel trevigiano a incontrare in segreto rappresentanti del modo economico. Ma non solo: ha anche denunciato lo stato in cui versa la Lega trevigiana, commissariata da ormai due anni proprio per volere di Tosi. Troppo per pensare di non subire conseguenze.



E sabato Tosi, quando ormai il direttivo si stava per concludere, ha chiesto un minuto di attenzione introducendo a sorpresa il caso Pettenà. Ha sottolineato le sue mancanze chiedendo di votare un provvedimento disciplinare. Si è parlato anche di espulsione, eventualità che ha mandato su tutte le furie gli zaiani. La discussione si è infiammata e alla fine è stato deciso per sei mesi di sospensione: fino a fine anno Pettenà non potrà partecipare alla vita politica del partito, non potrà votare al prossimo congresso e nemmeno candidarsi a un qualsiasi ruolo interno. Altro caso che ha tenuto banco è stato quello del bellunese Bottacin: la sua sezione dell'Alpago è stata commissarata perché non ha saputo, o voluto, prendere provvedimenti contro l'ex presidente anche lui accusato di insubordinazione. Ma sono solo i primi colpi di un conflitto che si annuncia sanguinoso.
Ultimo aggiornamento: 10:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA