Sicurezza, spese per l'autodifesa
Zaia: «Vanno defiscalizzate»

Giovedì 26 Novembre 2015 di Daniela Boresi
Sicurezza, spese per l'autodifesa Zaia: «Vanno defiscalizzate»
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Per uno che arma la mano e spara per difendersi ce ne sono centinaia che vivono nel terrore di essere rapinati, rapiti, picchiati. Accade spesso Gli imprenditori del Nordest, lo ha ben descritto l’indagine di Confcommercio-Eurisko temono quotidianamente per la loro incolumità e spendono fior di quattrini per mettersi al sicuro: l’83 per cento ha adottato un sistema di protezione, contro una media nazionale di 11 punti più bassa.

Spese che a detta del governatore Luca Zaia dovrebbero essere defiscalizzate. Zaia si fa promotore di questa istanza e fa partire proprio dal Veneto una campagna a sostegno della difesa personale. «Tutte le spese sostenute da tutti i commercianti e da tutti i privati cittadini per difendersi dalla criminalità devono essere totalmente defiscalizzate, se non addirittura rimborsate. Se lo Stato non è in grado di difendere gli italiani e i veneti, almeno paghi i danni e i costi che la gente deve subire a causa della sua incapacità», chiede Zaia dopo aver appreso dall’indagini che l’83% dei negozianti veneti «spende» per proteggere sia la propria persona, o la famiglia o la propria attività.
«Siamo di fronte - precisa il governatore del Veneto - a una categoria che conta oltre 16 mila piccole imprese commerciali, dei servizi, della ristorazione. L'83% di loro spende in autodifesa e se a questi aggiungiamo le centinaia di migliaia di famiglie che hanno fatto la stessa cosa per la propria casa, siamo di fronte a spese di centinaia di milioni di euro, che vanno considerati veri e propri "danni" subiti a causa dello Stato».
La sicurezza in Veneto è un problema molto sentito. Nonostante l’esperienza diretta sia del 5 per cento, contro la media nazionale del 10, l’imprenditore veneto ha paura e l’86 per cento chiede la certezza della pena, mentre il 72 per cento è favorevole all’inasprimento delle pene.
La defiscalizzazione totale di tali spese, per Zaia «è un vero e proprio risarcimento che non è più rinviabile. Ed è il minimo, perché, facendo un po’ di autocritica, lo Stato dovrebbe pensare anche a un fondo di risarcimento nazionale, tipo quello esistente per i sinistri stradali nei quali chi causa il danno non è assicurato».
«Comprendo e condivido le considerazioni e le preoccupazioni della Confcommercio - conclude - e allargo il focus a tutti i veneti che hanno paura e spendono per difendere i loro beni e le loro case. Sono disponibile a sostenere ogni iniziativa sia possibile per portare la questione all'attenzione del Parlamento che, volendo, potrebbe fare presto e bene».
In materia il Veneto è già direttamente intervenuto, pur non avendo una competenza diretta, erogando 64 milioni di contributi per la sicurezza in un decennio, compreso il 2015. «Mentre lo Stato non versa un euro di tasca sua dal 2004 - chiosa Zaia - Così non può andare avanti».
I costi per la "difesa" possono infatti essere ingenti: si va da qualche migliaia di euro per sistemi di telecamere ed infrarossi, per arrivare alle decine se si sceglie di "blindare" l’attività o rivolgersi a istituti specializzati. E per capire quanto sia importante difendersi basta un dato: da negozi italiani ogni anno sparisce merce per 3 miliardi di euro circa. Non sono cifre da poco.
Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 08:07

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