Tassate le presunte tangenti-Mose
Galan deve sborsare 1,8 milioni

Giovedì 28 Maggio 2015 di Monica Andolfatto
L'ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan
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MESTRE - Le tasse sulle tangenti del Mose: pagano anche Galan e Marchese. Il primo, per ora, deve al Fisco poco più di un milione e 800mila euro, il secondo, in via definitiva, ha versato quasi 80mila euro. Ai due esponenti politici il conto, come nel caso del Consorzio Venezia Nuova che ha versato all’Erario circa 18,5 milioni per le irregolarità rilevate negli anni 2005-2009, lo ha presentato l’Autorità finanziaria sulla base delle verifiche fiscali del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Venezia.



La tassazione su proventi illeciti, quindi non dichiarati nella denuncia dei redditi, è stata possibile grazie all’utilizzo, per fini fiscali, dei fascicoli del procedimento penale sullo scandalo Mose e riguarda tutti i soggetti coinvolti nella maxi inchiesta che abbiano percepito, a vario titolo, tangenti vere e proprie o denaro frutto di illeciti finanziamenti ai partiti.



Di fronte alle richieste dell'Erario, diversa è stata però la strategia adottata da due uomini politici. Galan ha infatti sottoscritto l'atto di adesione all'istanza di accertamento emesso dall'Agenzia delle Entrate di Padova: si tratta di una modalità che rinvia il versamento delle imposte non pagate, prevede ulteriori approfondimenti ma anche il pagamento delle sanzioni, raddoppiando di fatto la cifra dovuta.



La somma di 1,8 milioni che il deputato di Forza Italia deve al Fisco riguarda comunque solo le annualità 2005 e 2006. Resta invece da definire l’esito del secondo verbale prodotto quattro mesi fa per gli anni dal 2007 al 2011 e che all’inizio di maggio si è tradotto in cinque distinti avvisi di accertamento per un totale di oltre 6 milioni di euro emessi dall’Agenzia delle Entrate di Padova, competente per territorio. Giancarlo Galan, 58 anni, tuttora presidente della Commissione Cultura alla Camera, ex governatore del Veneto ed ex ministro all’Agricoltura e alla Cultura, accusato di corruzione, il 16 ottobre 2014 aveva patteggiato 2 anni e dieci mesi con la confisca di 2 milioni e 600mila euro: è tuttora agli arresti domiciliari a Villa Rodella, la dimora storica in cui abita con la famiglia a Cinto Euganeo sui colli.



Secondo le contestazioni dei pm Tonini, Ancilotto e Buccini sarebbe stato a libro paga del Consorzio Venezia Nuova con uno stipendio annuale di circa un milione di euro dal 2008 al 2011.



L’ex consigliere regionale veneto del Pd, Giampietro Marchese, 57 anni, ex tesoriere del partito veneto, lo scorso gennaio si è invece visto contestare dai finanzieri 420mila euro di proventi illeciti, derivanti da finanziamento illegale al partito per il 2010, 2011 e 2012. A febbraio l'esponente democratico ha prodotto istanza autonoma di adesione che gli ha permesso di evitare le sanzioni, pagando quindi immediatamente solo le maggiori imposte dovute. La somma versata al Fisco è stata di poco inferiore agli 80mila euro. Marchese il 16 ottobre 2014 aveva patteggiato 11 mesi e 20mila euro di multa.

Infine, altri imputati eccellenti hanno fatto ricorso alla Commissione tributaria provinciale competente e sono in attesa del responso. Come l’ex assessore regionale alle Infrastrutture, Renato Chisso, residente a Mestre, cui sono stati contestati dal 2005 al 2011 4,9 milioni di proventi illeciti: le annualità oggetto finora di accertamento sono il 2007 e il 2009 per un totale di 700mila euro fra maggiori imposte e sanzioni.



Ricorso anche per gli ex Magistrati alle Acque, Maria Giovanna Piva, residente a Mestre, a cui sono stati contestati dal 2005 al 2008 1,6 milioni di euro di proventi illeciti, e Patrizio Cuccioletta (2,1 milioni di euro dal 2008 al 2013) residente a Roma.
Ultimo aggiornamento: 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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