Mose, si apre il fronte del danno
erariale: nel mirino Galan e Chisso

Sabato 6 Dicembre 2014 di Gianluca Amadori
Mose, si apre il fronte del danno erariale: nel mirino Galan e Chisso
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Dopo patteggiamenti e confische, si apre il fronte del danno erariale. In particolare il danno all'immagine patito dalla pubblica amministrazione a causa del comportamenti di politici e funzionari infedeli coinvolti nell'inchiesta sul cosiddetto "sistema Mose". Ma in ipotesi anche quello - più difficile da quantificare - relativo all'aumento dei costi dell'opera contro l'acqua alta dovuto alle "mazzette".

Il procuratore regionale della Corte dei conti, Carmine Scarano, ha già chiesto copia delle sentenze di patteggiamento definite tra metà ottobre e fine novembre da molti dei principali imputati (22 in tutto), con l'intenzione di verificare la possibilità di procedere nei loro confronti e dunque di citarli a giudizio per chiedere che vengano condannati a risarcire di tasca propria il danno provocato alle casse dello Stato. Ovviamente sarà necessario che le sentenze diventino definitive: alcuni imputati hanno annunciato il ricorso per Cassazione e, di conseguenza, bisognerà aspettare che sulle loro posizioni si pronunci la Suprema Corte. Presumibilmente nei primi mesi del prossimo anno.

Nel frattempo la Procura della Corte dei conti ha già aperto da mesi un fascicolo preliminare sullo "scandalo Mose", acquisendo gli atti raccolti dai magistrati sul fronte penale. La Corte dei conti ha competenza su amministratori e dipendenti pubblici che si rendano responsabili di un danno erariale a seguito di comportamenti dolosi, ma anche gravemente colposi. Nel caso dello "scandalo Mose", a finire sotto la lente del procuratore Scarano saranno quasi certamente gli episodi di corruzione contestati all'ex presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan (che ha patteggiato due anni e dieci mesi di reclusione), e all'ex assessore alle Infrastruture, Renato Chisso (due anni e sei mesi), nonché quelli per i quali, assieme ai due politici, finì in carcere anche l'ex presidente del Magistrato alle acque, Patrizio Cuccioletta (due anni di reclusione): tutti loro sono stati chiamati in causa in qualità di pubblici ufficiali.

Ma, per giurisprudenza ormai consolidata, la giustizia erariale estende la propria giurisdizione anche ai privati che gestiscono fondi pubblici: di conseguenza è molto probabile che la Procura contabile si occuperà anche della posizione dei manager del Consorzio Venezia Nuova usciti dall'inchiesta con il patteggiamento. Tra loro figurano l'ex vicepresidente, l'imprenditore veronese Alessandro Mazzi, il romano Stefano Tomarelli, all'epoca nel consiglio direttivo di Cvn per conto della società Condotte, e Maria Teresa Brotto, la dirigente del Consorzio che si occupava della progettazione del Mose. Il danno erariale normalmente viene calcolato in via equitativa sulla base della gravità degli illeciti e dal clamore suscitato.

Anche le posizioni degli indagati che hanno scelto di non patteggiare potranno essere prese in esame dal procuratore Scarano, ma è difficile che ciò accada prima della conclusione del processo penale: l'inchiesta a loro carico si dovrebbe concludere a giorni con il deposito degli atti, la procedura che prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio. Tra loro figurano l'ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, accusato di finanziamento illecito, l'ex eurodeputata Lia Satori e l'ex presidente del Magistrato allae acque, Maria Giovanna Piva, accusate di corruzione. Tutti respingono ogni addebito.
Ultimo aggiornamento: 11:50

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