La "terza vita" di Felicetto Maniero
Quella volta che donò un pulmino
per bimbi disabili all'ignaro vescovo

Martedì 9 Giugno 2015 di Monica Andolfatto - Fulvio Fenzo
Maniero con il vescovo Cacucci
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VENEZIA - Maniero contro Maniero. Non si placano le polemiche e non finiscono le sorprese. Dopo il servizio di Report, andato in onda domenica scorsa, sulla "terza vita" dell’ex boss della Mala del Brenta, quella di imprenditore affermato nel campo della depurazione delle acque da bere.

Un presente da persona per bene dopo un passato neppure tanto remoto da criminale incallito e da collaboratore di giustizia.

Ma al di là del nome fittizio e di un cambio di look che lo tiene al riparo, non solo dai giornalisti ficcanaso, bensì dai tanti sodali che ha tradito e che gliel’hanno giurata, Felicetto rimane Felicetto.

Ed è con il suo ingombrante vissuto che va in giro per l’Italia a promuovere la sua azienda e a rappresentarla in qualità di "presidente" come si trova scritto nella versione inglese del suo sito che pubblica anche foto in cui viene ritratto con le autorità di turno. È il caso ad esempio dei vertici religiosi e civili della provincia di Bari: da una parte il vescovo Francesco Cacucci, dall’altra l’allora presidente Francesco Schittulli. Era il 16 novembre 2011. Il comunicato aziendale parla di "uno speciale regalo di Natale". Si tratta di un pulmino per bambini disabili che l’azienda di Maniero ha donato a un’associazione del posto. La donazione avviene durante una cerimonia ufficiale e il fotografo coglie il momento clou, quello in cui vescovo e presidente dimostrano la loro riconoscenza a Maniero consegnandogli una targa di ringraziamento.

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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