Commercio: chiuse 1300 botteghe
in 5 anni, telefonia in controtendenza

Sabato 4 Luglio 2015 di Mattia Zanardo
Commercio: chiuse 1300 botteghe in 5 anni, telefonia in controtendenza
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A dieta, ma con il telefonino (probabilmente più d'uno) all'orecchio e la casa piena di gadget tecnologici: se la specializzazione dei negozi rispecchia le abitudini di acquisto, ecco l'identikit del consumatore veneto tipo. L'andamento delle imprese del commercio, in regione Veneto, negli ultimi 5 anni segna il trionfo di elettrodomestici e telefonia, tra i pochi comparti a crescere in uno stallo piuttosto generalizzato.



A fine 2014, in Veneto, si contavano 50.631 punti vendita al dettaglio in sede fissa (esclusi dunque, ambulanti ed ingrosso). Rispetto alla medesima fotografia del 2010 hanno abbassato la saracinesca definitivamente, senza essere sostituite da nuove aperture, quasi 1.300 botteghe, l'2,5% del totale.

C'è però chi sembra non risentire dell'emorragia: la rilevazione dell'Osservatorio del ministero dell'Economia, ad esempio, censisce 503 negozi di apparecchi per telefonia e telecomunicazioni, aumentati di 151 unità in un lustro. Ancor più eclatante il boom degli esercizi specializzati in elettrodomestici: sono 161, il 75% in più.

Il raffronto incrina, invece, la convinzione che si possa rinunciare a tutto tranne al mangiar bene. Saranno le smanie salutiste, la disabitudine a cucinarsi il pranzo da sè delle nuove generazione o semplicemente l'ennesima avanzata dei grandi ipermercati a danno delle piccole rivendite, ma anche l'alimentare pare tirare il freno: 1.693 macellerie ed affini, ne sono sparite un centinaio in un quinquennio, il 5,4%; 1.523 fruttivendoli, flessione di un punto e mezzo; 946 panifici e pasticcerie, anche in questo caso quasi il 5% perso; 295 pescherie superstiti, il 3,3% in meno. Al contrario, la rinnovata moda del vino, rilancia enoteche ed esercizi dove spesso il prodotto si smercia anche sfuso: ne sono sorti 93 nuovi, per un totale di 626 attivi.(((zanardom))) La categoria più numerosa rimane quella dell'abbigliamento, a quota 8288. Le ulteriori 574 vetrine mancanti all'appello, tuttavia, testimoniano di una contrazione di lungo corso e di un vorticoso ricambio di marchi. Fenomeno che fa il paio con il «gemello» comparto di calzature e pelletterie, dove l'elenco delle 1.951 insegne si è accorciato di un centinaio di rappresentanti.

Si legge meno: sono scomparse 24 librerie (ora siamo a quota 422, meno 5,4%) e 185 tra edicole e cartolerie (2.404, meno 7%), mentre i piccoli prediligono il digitale ai balocchi classici: 48 negozi di giocattoli in meno, ma addio anche a 131 di articoli sportivi. In compenso disponiamo di 519 farmacie, 166 parafarmacie e 849 altri punti vendita simili, in aumento complessivo del 5%. Aggiungiamoci pure 565 erboristerie e 1.124 profumerie (di fatto invariate). E si torna anche a comprare oggetti di seconda mano: ci sono 279 attività specializzate nel genere, due in più.



Segno di tempi di insicurezza diffusa, reale o percepita: in Veneto operano 28 armerie e negozi di articoli militari. Erano 15 nel 2010.
Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 10:21

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