Consiglieri unici con i doppi
incarichi: i 5Stelle all'attacco

Venerdì 14 Agosto 2015 di Alda Vanzan
Consiglieri unici con i doppi incarichi: i 5Stelle all'attacco
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VENEZIA - Far parte della maggioranza comporta bei privilegi. Specie se si è gli unici rappresentanti eletti di una lista, quindi capigruppo di se stessi, e in più, in virtù degli equilibri della coalizione, si ottengono altri incarichi. Il che comporta anche la possibilità di "assumere" personale di fiducia e di disporre di più uffici. Uno per un ruolo, uno per un altro. «Diciamo che ora è di finirla», sbotta Jacopo Berti, il capogruppo del Movimento 5 Stelle che sui costi della politica ha pronta una proposta di legge. Berti non fa nomi, ma gli "incarichi duplici" a Palazzo Ferro Fini sono solo due. Uno è Antonio Guadagnini, unico eletto di Indipendenza Noi Veneto, lista che appoggiava Luca Zaia e che, a causa del nome che poteva indurre l’elettore in inganno, è già stata oggetto di carte bollate da parte del movimento Indipendenza Veneta che aveva candidato come governatore l’avvocato Alessio Morosin. Morosin non ce l’ha fatta, Guadagnini sì. E adesso Guadagnini è capogruppo di se stesso e può contare su una dotazione organica per il proprio gruppo di tre dipendenti compreso un responsabile. Ma Guadagnini è anche consigliere segretario, che è una delle cinque cariche di cui si compone l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale. Il che comporta una ulteriore dotazione organica: altri due dipendenti. E altri uffici.

Nella medesima posizione di Guadagnini è Sergio Berlato, unico eletto della lista Fratelli d’Italia, quindi capogruppo di se stesso, con una dotazione organica per il gruppo consiliare di tre dipendenti compreso il responsabile. Ma Berlato è anche presidente della Terza commissione consiliare e anche qui altra struttura, altri uffici, altro personale. Si dirà: sono funzioni differenti, è ovvio che per ogni funzione ci sia del personale ad hoc. Quello che stona, a sentire il Movimento 5 Stelle, è il fatto che un consigliere unico eletto di una lista non solo faccia il capogruppo di se stesso e anche qualcos’altro - presidente di una commissione, consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza - con la conseguenza di avere doppi uffici, ma abbia anche lo stesso personale di un gruppo più numeroso.

«Vogliamo eliminare questo schifo con la proposta di legge di iniziativa popolare che, come annunciato in campagna elettorale, ha raccolto più di 7mila firme - dice Berti - Presenteremo il provvedimento a settembre». Due i punti della proposta del M5s: 1) stop alle doppie cariche; 2) abolizione dei vitalizi. Vale anche per i vitalizi già maturati: «Togliamo il vitalizio a 246 mantenuti per un totale di 13 milioni di euro all'anno, che moltiplicati per i 5 anni della legislatura appena iniziata fanno 65 milioni di euro». Berti, tra l’altro, si intesta la battaglia contro il vitalizio che doveva essere concesso a Renato Chisso, l’ex assessore coinvolto nell’inchiesta sul Mose e che ha patteggiato la pena, e su cui è intervenuto il giudice sostenendo che la somma non deve essere erogata. «Con i 65 milioni di euro dei vitalizi - dice Berti - si potrebbero far partire 2400 nuove imprese con il meccanismo del microcredito, costruire un bacino di laminazione, mettere in sicurezza il Cadore, far fronte ai danni del tornado in Riviera». Togliere il vitalizio a chi ce l’ha già non sarà facile: già contro la riduzione temporanea c’è stato un ricorso al Tar. E politicamente anche Berti si presta a critiche, essendo capogruppo e pure vicepresidente della commissione. Ma, fanno notare i suoi, la vicepresidenza di una commissione non comporta né dipendenti né uffici aggiuntivi.
Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 08:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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