Centrosinistra, si vota per le primarie
anche in sede Cgil. Ed è polemica

Mercoledì 26 Novembre 2014 di Alda Vanzan
La sede della Cgil di Treviso
1
TREVISO - Primarie del centrosinistra, mancava solo la polemica con la Cgil. Mentre aumentano i timori per una scarsa affluenza alle urne (per dire: il 3 novembre a Vicenza, dopo l'incontro in piazza di Alessandra Moretti, il segretario Roger De Menech aveva fissato la soglia di 50mila votanti, peraltro aggiornata al ribasso dopo aver visto com'era andata alle primarie dell'Emilia Romagna; adesso la stima è stata più che dimezzata, 20mila ai gazebo. Mossa che vorrebbe essere abile: con una soglia così bassa, qualsiasi numero in più farà gridare al successo) e mentre si attende il primo e unico confronto pubblico tra i tre candidati (venerdì alle 17 a Padova), ecco che esplode la polemica del seggio nella sede della Cgil.

È successo che su 563 seggi predisposti in tutto il Veneto per le primarie di domenica, uno dei 5 previsti a Treviso sia nei locali della Cgil in via Dandolo. Al che, dalla stessa Cgil, si sono levate sonore proteste. Ecco cosa ha detto Augustin Breda, dirigente nazionale della Fiom ed ex Rsu di Electrolux nonché componente del direttivo nazionale della Cgil: «Il gruppo dirigente trevigiano della Cgil è totalmente inadeguato e forse persino dannoso per la rappresentanza a cui è delegato». E, mostrando le carte, ricorda che lo statuto del sindacato è chiarissimo al riguardo: «La Cgil da sempre vieta ai vari livelli dell'organizzazione di utilizzare simboli, sedi, risorse a favore delle forze politiche. Questa elementare disposizione utile ad affermare, anche su un piano formale, la totale autonomia dalle singole forze politiche, vale tanto più quando si consumano verifiche interne, quali sono le primarie, di qualsivoglia partito». Secondo Augustin Breda, ad aggravare la vicenda è anche «il momento totalmente inopportuno, visto che Cgil e Uil hanno deciso varie mobilitazioni e uno sciopero generale il 12 dicembre contro questo Governo e la maggioranza che lo sostiene». Della serie: il 30 novembre presti la sede del sindacato al Pd di Renzi perché ci faccia le primarie e dopo settimane fai lo sciopero contro il Pd di Renzi?

Intanto, le due donne del Partito democratico candidate alle primarie continuano a non incrociarsi. Lunedì sera era stato organizzato un incontro pubblico a tre San Vendemiano, nel trevigiano, ma si sono presentati solo Simonetta Rubinato e Antonino Pipitone. Che, tra l'altro, ha già formalizzato in consiglio regionale la proposta di togliere il vitalizio a chi ha patteggiato depositando, con il collega Gennaro Marotta, un progetto di legge. «Lo abbiamo chiesto in numerose occasioni, anche alla luce della vicenda Mose – hanno detto i due consiglieri regionali dell'Italia dei valori - È eticamente corretto che un politico, eletto per amministrare la cosa pubblica e che poi ha patteggiato una pena per accuse legate al proprio ruolo, possa godere del vitalizio, ottenuto proprio per il suo mandato elettivo? Secondo noi il patteggiamento dovrebbe prevedere la perdita dei privilegi che spettano ai politici e dei ruoli istituzionali, a cominciare proprio dal vitalizio». Se passasse la proposta di legge dell'Idv, non solo Giancarlo Galan, Piero Marchese e Renato Chisso (sempre che per quest'ultimo venerdì la richiesta venga accolta), ma anche gli ex che hanno patteggiato in passato non avrebbero il vitalizio.

Ultimo aggiornamento: 09:50

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci