Biglietto unico per viaggiare in Veneto
38 milioni di sprechi e nessun risultato

Venerdì 12 Settembre 2014 di Alda Vanzan
(archivio)
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VENEZIA - Da quant’è che se ne parla? Anni, dieci se non di più. Sono stati spesi soldi? Eccome, almeno una trentina di milioni di euro. Si è arrivati a un risultato? Nossignori, nessun risultato concreto.

Questa è la storia incompiuta del "biglietto unico", un sistema pensato per aiutare la vita dei pendolari veneti, lavoratori e studenti, chiunque abbia bisogno di usare più mezzi di trasporto pubblico, autobus, treno, tram. Un progetto perfino semplice nella sua ovvietà, ma che non decolla. A Palazzo Balbi, sede della giunta regionale del Veneto, riferiscono di problemi dovuti a carte bollate, vecchie vertenze che si trascinano con chi doveva realizzare l’Sfmr, acronimo della famosa metropolitana di superficie. Il dato di fatto è che in dieci anni si sono spesi milioni e il biglietto unico non c’è.

A fare il conto della serva è stato Stefano Fracasso, consigliere regionale del Pd. La curiosità - della serie: quanto ha speso la Regione - gli è venuta dopo aver appreso che lunedì - in sordina, senza tagli di nastri né cerimonie - è partito il servizio ferroviario di metropolitana di superficie Padova-Mestre: 22 treni per un’offerta di 3.000 posti a sedere. E il biglietto unico?

Fracasso è andato a prendersi le delibere e le ha messe in fila. «30 dicembre 2003, ultima seduta di giunta regionale di quell’anno - presidente Galan, assessore Chisso - tra le numerose delibere una porta un titolo burocratico “Programma regionale di investimenti per tecnologie del trasporto pubblico locale 2003/2004”. Si parla di 38 milioni di euro per realizzare “un sistema di bigliettazione automatico unificato su base regionale (...) in modo da permettere con una tessera unica di poter utilizzare tutti i mezzi pubblici della Regione». Il finanziamento viene suddiviso per 11 progetti che coinvolgono i gestori dei vari servizi urbani ed extraurbani del Veneto. Termine per la conclusione del progetto: fine 2006. Nel luglio 2004 la giunta adotta gli standard tecnici che le aziende di trasporto devono rispettare. Nel 2006 i progetti non sono conclusi: scatta la proroga. A marzo 2009 Dolomiti Bus (Belluno) e il Comune di Vicenza (Aim) non hanno ancora proceduto ad assegnare la commessa per il biglietto automatico, mentre il biglietto Sita (Padova) e Trenitalia finisce in contenzioso. Fracasso: «Rimangono 4,9 milioni di euro non utilizzati che vengono riassegnati fissando il temine del 31 dicembre 2010». Giugno 2010, l’assessore Chisso annuncia che Actv Venezia, Atvo del Veneto Orientale e Atv Verona superano le verifiche tecniche di inter-operabilità. Peccato che Trenitalia chieda un altro biglietto. Per gli altri 8 progetti c’è la proroga al settembre 2011. Ottobre 2013: le quattro società di trasporto pubblico del trevigiano si avviano a fusione e chiedono altri 150.000 euro per integrare i sistemi di bigliettazione. 2014: dopo 10 anni e 38,8 milioni di euro, il biglietto unico regionale è ancora sulla carta. Nel Programma attuativo regionale dei fondi europei Fas, vengono destinati altri 10 milioni. E nel documento di programmazione per i fondi europei 2014/20, altri 13 milioni per un “Sistema di trasporto intelligente”, che si traduce in contributi per “l’attivazione di sistemi di bigliettazione elettronica per quelle realtà che ancora non ne sono dotate”.

Mentre a Palazzo Balbi fanno sapere che l’investimento ha riguardato sia la Regione che le società di trasporto, Fracasso ha annunciato una interrogazione: quanto si è speso? e quando ci sarà il biglietto unico?
Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 08:08

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