Regione Fvg verso il 90% in Friulia
ai privati andrà il 17% di Autovie

Domenica 8 Giugno 2014
Una coda in autostrada (archivio)
UDINE - Si avvicina l’uscita, parziale, dei soci privati da Friulia. I tempi previsti per la concretizzazione del concambio delle partecipazioni nella holding in azioni di Autovie Venete – previsto dai patti parasociali della holding, rinnovati nel 2012 – stanno infatti maturando, dopo che la quasi totalità dei soci privati ha deciso di esercitare l’opzione. L’unica a non scegliere questa strada sarebbe stata Bnl, mentre tutti gli altri (in ordine decrescente di partecipazione Friuladria, Unicredit, Bcc, Generali, Popolare di Vicenza, Cividale, Allianz, Antonveneta, Seaf, Veneto Banca e Sinloc) convertiranno in azioni Autovie la quota massima di azioni prevista dai patti.

I NUMERI. Quanto ai dettagli economici, i patti parasociali prevedono che la quota di maggioranza detenuta da Friulia in Autovie possa scendere al massimo dall’attuale 86,5% al 67%. Friulia può quindi scendere quasi del 20%, cedendo le sue azioni a un valore di concambio da determinare sulla base del patrimonio netto delle due società. Bilanci e calcolatrice alla mano, a ciascun socio privato saranno riconosciute 1,65 azioni Autovie per ciascuna azione Friulia concambiata. Ne consegue che i soci privati potranno convertire poco più della metà delle proprie azioni: il 18,8% complessivo di quote Friulia da convertire, al netto di Bnl, corrisponde infatti al 31% di Autovie, contro un tetto massimo non del 20%, ma ridotto al 17% una volta detratta la quota Bnl.

SCENARIO. Al di là dei passaggi tecnici, tutti da definire, a fine corsa avremo in sostanza una Friulia dove la partecipazione pubblica, tra azioni della Regione (77,59%), azioni proprie nel portafoglio della holding (2,25%) e azioni concambiate, sarà vicina al 90%, con poco più del 9% in mano ai privati. In Autovie, al contrario, la Regione conserverà un pacchetto del 70% attraverso Friulia, con il 17% in mano alle banche e alle assicurazioni in uscita (parziale) da Friulia, e gli altri soci (Regione Veneto, Infracis, Autostrade Venezia-Padova) fermi alle attuali partecipazioni.

BANCHE. Più che una fuga da Friulia e dalla controllata Mediocredito, principale causa delle perdite messe a bilancio dalla holding negli ultimi anni, nell’ottica dei soci privati l’operazione risponde a una logica di diversificazione degli investimenti. Tanto più che molte delle banche socie di Friulia lo sono anche in prima persona di Mediocredito. Il concambio, che in base ai patti parasociali andava esercitato quest’anno, guarda in realtà a scenari più lontani, come la possibile quotazione di Autovie in Borsa, che consentirebbe – se e quando dovesse avvenire – di rendere più liquida parte dell’investimento da 120 milioni effettuato a fine 2005 con la partecipazione all’aumento di capitale di Friulia. Di sicuro non si guarda alla prospettiva di dividendi Autovie, non certo immediata visti gli investimenti necessari sulla quarta corsia. Altrettanto certo, però, che il cerino più corto in questo momento è quello delle finanziarie, e aumentando la sua partecipazione in Friulia la Regione rischia scottature più gravi.


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