Acqua e bus a peso d’oro: in Veneto
c'è un addetto ogni 269 abitanti

Giovedì 9 Luglio 2015 di Marco Dori
Acqua e bus a peso d’oro: in Veneto c'è un addetto ogni 269 abitanti
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Chi non ha pensato almeno una volta: "ma quanto ci costano queste partecipate!?" I soli consigli di amministrazione chiedono a ogni veneto il prezzo di due caffè all'anno (1,89euro). Il resto del conto è nelle bollette, sempre più salate, che ogni famiglia paga alle società che in Veneto operano nei servizi pubblici locali, vale a dire trasporti, acqua, distribuzione del gas e rifiuti.



Quella presentata da Ires, l'istituto di ricerche economiche e sociali della Cgil Veneto, è una vera e propria radiografia delle aziende cosiddette municipalizzate. Uno studio di 200 pagine, dal 2009 al 2014, che mette a confronto Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Un panorama che a detta degli esperti è più che altro una giungla. In Veneto, ad esempio, ci sono 74 gestori a prevalenza pubblica (+ 40 privati), che valgono la bellezza di 18mila posti di lavoro, concentrati in maggioranza nei trasporti (6319), nella gestione dell'igiene urbana (6620) e nel servizio idrico (3171). Nel confronto con le altre regioni, il Veneto è l'unica dove tra 2010 e 2013 si è registrato un aumento degli occupati nei servizi pubblici locali (+0,8%), visto che in Toscana si è visto un calo del 4,7% e in Emilia dell'1,5%.



Il Veneto perde però la classifica dell'efficienza. Nel rapporto lavoratori/abitanti serviti, al primo posto c'è l'Emilia Romagna (288), seguita da Toscana (275) e Veneto (269). Nella visione d'insieme si vede la differenza: nelle altre regioni le aziende si aggregano, in Veneto c'è una miriade di aziende più o meno grandi, con la Regione restia a promuovere fusioni e accorpamenti. Per quanto riguarda le bollette, in 5 anni (2009 - 2014) c'è stata una raffica di aumenti. Non c'è settore che si salvi: acqua, rifiuti e trasporti sono sempre più cari.(((dorim))) Si prende il servizio idrico: Rovigo è la città capoluogo più cara (389euro, calcolato su un consumo annuo di 200mc), Venezia quella meno (240€). Tuttavia, in cinque anni, Ires ha registrato aumenti ovunque: a Vicenza (+52%), Rovigo (+51%), Venezia e Belluno (+46%), Padova (+41%), Verona (+37%), Treviso (+27%). Stesso discorso per la tassa sui rifiuti. Una famiglia di 3 persone che abita una casa di 100mq paga 325€ a Venezia (+40%), 227 a Rovigo (+12%), 208 a Padova (+25%) e giù, fino a Treviso e Belluno, città dove invece tra 2009-2014 le tariffe sono scese (-1% e -5%). Raffica d'aumenti anche per gli autobus. In Veneto, tra 2011-2014, quindi senza tener conto delle variazioni di quest'anno, la tariffa urbana è salita in media dell'11% (il 30% a Rovigo, il 18% a Verona), mentre nell'extraurbano si registra un +9,6% su base regionale, anche qui con differenze enormi: si va dal +20% di Actv al 6% di Dolomiti Bus. Rincari in media anche per studenti (+7,6% abbonamento annuo urbano, 12,4% extraurbano), lavoratori (7,3% e 9,2%) e anziani (5%).



Lo studio non dice se le partecipate sono dei carrozzoni più o meno virtuosi, ma certifica come le aziende abbiano dato una piccola sforbiciata alle spese dei consigli di amministrazione. In tre anni si è passati da una spesa di quasi 12milioni a circa 10. È vero, in Veneto gli «organi sociali» costano a ciascuno come due caffè, ma pochi anni fa valevano addirittura il prezzo di cornetto e cappuccino (2,25€).
Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 08:05
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