Arte in lutto, si è spento a Roma
Luigi Boille, il maestro dell'Informale

Lunedì 20 Aprile 2015
Arte in lutto, si è spento a Roma Luigi Boille, il maestro dell'Informale
PORDENONE - All'età di 89 anni, si è spento oggi a Roma Luigi Boille, maestro dell'Informale, tra i protagonisti di quella memorabile stagione e presente ai più importanti eventi espositivi del tempo in Italia e nel mondo.



Nato a Pordenone nel 1926, Boille vive e studia a Roma, dove si diploma all'Accademia di Belle Arti nel 1949 e si laurea in Architettura nel 1950.
Dopo aver viaggiato in Europa e dopo un soggiorno in Olanda, nel 1951 si stabilisce a Parigi (tornerà a Roma solo nel 1965). Già nel 1953 la sua pittura rivela una matura e originale assimilazione dell'Informale e questo lo avvicina al gruppo della Jeune Ecole de Paris, con cui espone in numerose collettive in Francia e in Italia. Negli anni '50 conosce il critico Michel Tapié, che coinvolge nelle sue ricerche sull»Art autré e coglie nella sua pittura 'elementi barocchi', anche se nel lavoro di Boille il dinamismo e l»irrazionalismò riconducibili al barocco saranno sempre equilibrati da un senso 'classico' di misura e di rigore formale. Lo confermano le due personali nel 1960 alla galleria Schmela di Dusseldorf e alla galleria Stadler di Parigi. Conosce anche Giulio Carlo Argan che visita il suo studio a Parigi e lo introduce nelle rassegne nazionali italiane. Dunque una grande fortuna di critica che nel 1964 porta Luigi Boille a rappresentare l'Italia insieme a Capogrossi, Castellani e Fontana alla Guggenheim International Award di New York. Mentre, l'anno successivo, tornato a Roma, è alla Quadriennale, e nel '66 viene invitato alla Biennale di Venezia. Innumerevoli si susseguono le personale e le collettive in tutta Europa. La ricerca di Luigi Boille si muove dall'informale verso una poetica sempre più personale, in cui il caos delle pulsioni espressive va sempre più strutturandosi in armoniose composizioni spaziali. Dalla disseminazione della materia-colore e dei segni, o dal loro assemblarsi fittamente nello spazio in una sorta di horror vacui, Boille si spinge fino alla rarefazione, al libero fluttuare del segno nel colore, o nel bianco, senza tuttavia perdere mai la sua straordinaria ricchezza pittorica. Il segno in Boille è l'elemento di coesione tra pensiero e gesto, tra spazio e colore, e attraverso l'interazione di tutti questi componenti l'artista difende il ruolo centrale ed essenziale del linguaggio della pittura. «Pittura, soltanto pittura - scriveva Argan nel 1973 - la pittura più pura possibile».
Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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