Evasione fiscale e lap dance
Annullato l'arresto dell'imprenditore

Venerdì 6 Marzo 2015 di Cristina Antonutti
La conferenza stampa della Guardia di Finanza che annunciava l'arresto
PORDENONE - «Una forzatura. Il ricorso al Tribunale del Riesame mi darà ragione». Con queste parole due settimane fa l’avvocato Guido Galletti contestava l’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere il cinquantenne Stefano Caserta, per una presunta evasione fiscale legata, tra il 2009 e il 2012, a due locali di lap dance, il "Mille lire" di Cusano e "Parco delle Rose" di Pozzuolo del Friuli.



Ieri mattina, giovedì 5 marzo, il ricorso è stato discusso a Trieste. Galletti - con cui c’era anche l’avvocato Cristiano Leone - ha presentato una memoria di 40 pagine e sollevato oltre una ventina di elementi di nullità. La decisione dei giudici è arrivata un paio d’ore dopo via fax: l’ordinanza è stata annullata e Caserta immediatamente scarcerato. L’inchiesta delle Fiamme Gialle sulla presunta frode fiscale risale al risale al 2012 e la battaglia legale si sta già combattendo sul fronte delle Commissioni tributarie (i verbali degli accertamenti sono stati impugnati sia in Commissione sia in Tribunale).



A Caserta la Procura contesta di non aver dichiarato redditi per 3 milioni di euro e di aver utilizzato fatture emesse per operazioni inesistenti, meccanismo che gli avrebbe consentito di abbattere i ricavi e di evadere, secondo il calcolo della Guardia di finanza, 850 mila euro di Iva. La misura cautelare si basava su due dei cinque capi di imputazione e riguardava la gestione del "Mille lire" di Cusano (Caserta è uscito dalla società nel 2012, subito dopo la verifica fiscale) e il "Parco delle Rose" di Pozzuolo del Friuli.



La difesa ha fatto presente al Riesame l’inutilizzabilità di tutti i processi verbali della Guardia di finanza, oltre alla maggior parte dei verbali di sommarie informazioni, che sarebbero stati utilizzati scorrettamente in sede tributaria. Nel groviglio di norme e procedure si inserisce anche l’aspetto legato al sequestro per equivalente di beni di proprietà di Caserta. Si tratta di immobili (villette, appartamenti e garage) e due terreni che si trovano nelle province di Pordenone, Milano, Bologna, Ferrara, Treviso e Trieste.



I "sigilli" sono stati applicati anche a conti correnti bancari e a decine di opere d’arte trovate nell’appartamento di Pozzuolo. Il sequestro vale 1 milione 260 mila euro. «A venti giorni dall’arresto - osserva l’avvocato Galletti - non abbiamo ancora il provvedimento. Strano». All’imprenditore, molto conosciuto anche in provincia di Treviso per la sua attività nel settore del locali notturni, la Guardia di finanza contesta anche il mancato pagamento di 750 mila euro di Isi (imposta sugli intrattenimenti dal vivo) e l’utilizzo, negli anni, di 400 tra ballerine, buffafuori e baristi impiegati irregolarmente nei locali notturni.



Oltre a Caserta, sono indagate altre 26 persone: sono il suo socio, un trevigiano di 52 anni, e 25 specialisti nell’emissione di fatture false.
Ultimo aggiornamento: 21:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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