Fidanzati uccisi, i timori dei genitori
di Trifone: «Sospettiamo depistaggi»

Lunedì 17 Agosto 2015 di Cristina Antonutti
Fidanzati uccisi, i timori dei genitori di Trifone: «Sospettiamo depistaggi»
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L’ombra di un depistaggio nelle indagini sul duplice delitto del palasport Crisafulli? È il sospetto della famiglia di Trifone Ragone. Francesco Ragone ed Eleonora Ferrante, i genitori-detective del caporal maggiore del 132° Reggimento carri di Cordenons, ucciso la sera del 17 marzo con la fidanzata Teresa Costanza, inseguono una verità che a distanza di cinque mesi fa fatica a emergere. Tornano a Pordenone quasi ogni fine settimana e indagano. Hanno sentito amici, commilitoni, compagni di lavoro e palestra. Partono da Adelfia il giovedì sera, si sobbarcano un viaggio di 900 chilometri e passano il fine settimana a cercare contatti con chi conosceva i due fidanzati.



Nell’ultimo mese e mezzo, da quando si sono affidati per le indagini difensive allo staff della criminologa Roberta Bruzzone, hanno sentito decine di persone. «Abbiamo ottenuto buoni risultati - spiega Francesco Ragone - nonostante ci siano state grosse difficoltà a ricostruire la vita dei ragazzi, perchè ci sono molte persone che hanno paura di parlare con noi. Sono intimoriti». Si sono scontrati spesso con atteggiamenti di chiusura, tanto che mamma Eleonora comincia a pensare che qualcuno non abbia detto la verità. «Ho il sospetto - afferma - che ci siano stati dei depistaggi. Depistaggi che hanno infangato la memoria dei ragazzi solo per allontanare i sospetti su determinati ambienti». Come esempio cita le piste delle armi e della prostituzione: «Finchè lo scrivono certi giornali è un conto, ma se queste indicazioni dovessero distogliere gli inquirenti dalle indagini, questo mi preoccupa».



Con il consulente Simone Bonifazi hanno girato per giorni la città con il dispositivo Sky hunter, un apparecchio che permette di mappare le celle tefoniche e indicare con precisione quelle che vengono attivate da un telefonino in movimento. I percorsi seguiti hanno sempre come punto di partenza la palestra. Sono stati seguiti gli itinerari che portano all’appartamento di Trifone e Teresa in via Chioggia, alla caserma di Cordenons e ad altri luoghi ritenuti di interesse. La mappatura verrà poi condivisa con la Procura. Con i sostituti procuratori Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro vi è la massima collaborazione.



«Non molliamo - afferma Francesco Ragone - Siamo intenzionati ad arrivare alla verità, non ci daremo pace finchè non la scopriremo, retroscena compresi». Chi ha ucciso Trifone e Teresa? Perchè? Sono domande che non danno tregua ai genitori del militare dell’Esercito che sognava entrare nel gruppo sportivo della Guardia di finanza. Ieri era il compleanno di Francesco Ragone, un compleanno amaro. Un anno fa aveva attorno a sè la famiglia al completo, oggi solo occhi tristi e cuori inconsolabili.
Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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