Il gip: delitto premeditato e carcere
L'avvocato: «Non ricorda più niente»

Sabato 18 Aprile 2015
La piccola Hiba, Abdelhabi Lahmar e Touria
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PORDENONE - Si è conclusa poco prima delle 11 l'udienza di convalida dell'arresto di Abdelhabi Lahmar - il marocchino di 39 anni che mercoledì mattina ha ucciso la moglie e la figlia di soli sei anni e mezzo - svoltasi davanti al giudice Alberto Rossi, che ha disposto la convalida dell'arresto e la misura della detenzione in carcere nei confronti di Abdelhadi Lahmar. Oltre alle accuse di omicidio pluriaggravato - da vincoli di parentela e per l'efferatezza del reato - a Lahmar é stata confermata anche la contestazione della premeditazione.

Il legale di Abdelhabi Lahmar, l'avvocato Gianluca Liut, ha ribadito in udienza di convalida che il proprio assistito non ricorda nulla di quanto accaduto e che è molto provato. «Non si capacita - ha riferito le parole di Lahmar - Non riesce a rammentare nulla di quella notte, ma è distrutto per la perdita della moglie, che amava moltissimo, e della figlia che ha definito essere la propria ragione di vita».

L'avvocato difensore si è anche soffermato sui contenuti della telefonata al 112: «Anche in quei frangenti - ha spiegato Liut - il mio assistito ha detto all'operatore di non ricordare cosa fosse successo e soprattutto perché». L'avvocato valuterà l'ipotesi del ricorso e ha annunciato di aver presentato un'istanza di sequestro del file audio della telefonata alle forze dell'ordine.

Ultimo aggiornamento: 17:28

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