​Birra, evasione da 20 milioni nei finti
depositi: i manager nei guai

Domenica 26 Ottobre 2014
​Birra, evasione da 20 milioni nei finti depositi: i manager nei guai
FONTANAFREDDA - La Procura chiude le indagini sulla "birra virtuale" stoccata in un deposito di Forcate e chiede il fallimento della società costituita nel 2011 per realizzare un deposito fiscale per merci in transito, la Q-Logistic Srl. L’istanza al Tribunale fallimentare, firmata dal sostituto procuratore Annita Sorti, è giustificata dal debito maturato con l’Erario. Chiuse le indagini, rifatti i conti, la Guardia di Finanza ha stabilito che la Srl, tra il maggio e il novembre 2011, ha dichiarato di aver ricevuto qualcosa come 8,5 milioni di ettolitri di birra, che equivalgono a 20,2 milioni di accisa. Essendo l’Italia il paese in cui in apparenza la birra veniva introdotta, l’Erario ora batte cassa.



Dall’inchiesta sono usciti il commercialista della Q-Logistic e l’informatico della provincia di Treviso che si era occupato del software che collegava la Srl all’Agenzia delle dogane. Quattro sono gli indagati che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, nel quale si ipotizza il concorso in associazione per delinquere, falsità ideologica ed evasione delle accise. Sono Franco Bizzotto, 41 anni, triestino che all’epoca risiedeva in provincia di Pordenone, indicato come socio occulto e finanziatore della Q-Logistic; Marco De Zan, 45, nato a Conegliano e residente a Fiume Veneto, amministratore della Srl (entrambi difesi dall’avvocato Cristiano Leone). Sono stati poi individuati - come promotori e organizzatori del business - un malese e un asiatico che vivono a Londra: Reteesh Krishna Pillai, 47 anni, a cui è stato nominato d’ufficio l’avvocato Enrico Sarcinelli e Asif Sadruddin Qureshi, 44 anni.



L’accusa è di aver avviato una finta attività di import-export per evadere l’accisa. Secondo la Procura, si tratterebbe di una frode carosello internazionale finalizzata all’evasione della tassa sugli alcolici e che, attraverso la Srl di Forcate, avrebbe consentito di far viaggiare ettolitri di birra in Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria e Belgio senza pagare le accise. Ad accorgersi che la birra transitata a Forcate era solo sulla carta, è stato un ispettore dell’Agenzia delle dogane. Aveva notato una discrepanza tra la birra in transito e quella commercializzata. La Finanza ha fatto il resto individuando la società cartiera e le triangolazioni Francia, Gran Bretagna e Italia, a cui poi si sono aggiunti Germania, Austria e Belgio.
Ultimo aggiornamento: 12:36

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