CADONEGHE - Continua a riservare sorprese il processo al mastro cordaio. A.C., il 45enne di Cadoneghe, gestore di numerosi locali in città, alla sbarra con l’accusa di stalking ai danni dell’ex compagna, cui aveva fatto sottoscrivere il contratto di schiavitù, rischia nuove incriminazioni. Le deposizioni di due testimoni citate dalla vittima, una commessa 34enne residente in un comune della cintura avrebbero fatto emergere nuovi profili di reato.
La prima a sfilare davanti al giudice è stata Paola I. La giovane ha ammesso di aver avuto una relazione con l’imputato. Ma ha soprattutto raccontato un episodio cui ha avuto la disgrazia di assistere. Il mastro cordaio e la sua schiava si stavano esercitando nello Shibari, l’antica arte giapponese della legatura.
La compagna di A.C. era stata immobilizzata con le corde a testa in giù. All’improvviso si era sentita male. Aveva avuto una specie di svenimento. Il primo ad accorrere in suo aiuto era stato il figlio della coppia, un bambino di due anni. Era stato lui a cercare di slegare la madre. Il piccolo era stato però vittima della reazione del padre che gli avrebbe rifilato un calcio.
Ultimo aggiornamento: 09:38
© RIPRODUZIONE RISERVATA La prima a sfilare davanti al giudice è stata Paola I. La giovane ha ammesso di aver avuto una relazione con l’imputato. Ma ha soprattutto raccontato un episodio cui ha avuto la disgrazia di assistere. Il mastro cordaio e la sua schiava si stavano esercitando nello Shibari, l’antica arte giapponese della legatura.
La compagna di A.C. era stata immobilizzata con le corde a testa in giù. All’improvviso si era sentita male. Aveva avuto una specie di svenimento. Il primo ad accorrere in suo aiuto era stato il figlio della coppia, un bambino di due anni. Era stato lui a cercare di slegare la madre. Il piccolo era stato però vittima della reazione del padre che gli avrebbe rifilato un calcio.
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