Quel tratto di corso Stati Uniti era un "suo" territorio. Era il luogo dove si prostituivano le "sue" otto donne, albanesi e romene. Nessuna delle altre ragazze doveva metterci piede. Se una lucciola disubbidiva veniva minacciata di morte e picchiata. Shepetim Zyhyli, albanese, ha trentadue anni, ma usa i metodi di una volta. Ma l’altra sera gli investigatori della Squadra mobile, diretti dal vicequestore Marco Calì, sono andati a prenderlo e lo hanno accompagnato alla casa circondariale di strada Due Palazzi. Il pubblico ministero Sergio Dini lo accusa di sfruttamento della prostituzione, violenza privata e minacce.
Ultimo aggiornamento: 12:06
© RIPRODUZIONE RISERVATA Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".