I possibilisti e quelli del sì: «Egoismi
sbagliati. Ora si vada da Alfano»

Martedì 1 Settembre 2015 di Luisa Morbiato
I sindaci raccolti dal presidente della Provincia, Enoch Soranzo
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PADOVA - «I sindaci si sono confrontati in modo franco e libero, due i mandati che mi hanno dato: avvallata la proposta che ho fatto di andare tutti a Roma ad incontrare il ministro dell'Interno Alfano per illustrargli la situazione e ottenere chiarezza nelle risposte. I sindaci mi hanno chiesto inoltre di incontrare al più presto il Governatore Zaia per chiedergli cosa i sindaci debbano fare per tutelare i nostri territori».



Enoch Soranzo, presidente della Provincia sintetizza così due ore di confronto, a volte serrato, tra i primi cittadini che hanno risposto in 73 alla convocazione della Provincia. «Non ci sono sindaci del sì e sindaci del no, ci sono solo sindaci che stanno cercando di tutelare il loro territorio - continua Soranzo - un atteggiamento da amministratori e non da politici. Siamo concordi sul fatto che nei territori non ci sono strutture per ospitare queste persone perché non ci sono nemmeno per i nostri cittadini».





Tra i tanti interventi, quello di Filippo Legnaro, sindaco di Torreggia, che ha illustrato il documento firmato con i colleghi di Abano, Bagnoli, Battaglia e Teolo anch'essi presenti. L'idea è quella dell'accoglienza diffusa in ragione di un immigrato ogni 1000 abitanti. L'invito al dialogo con i sindaci schierati per il no è arrivato da molti primi cittadini e dallo stesso Soranzo. «Possiamo incidere poco, gli Enti superiori agiscono senza avvisarci - dice Moreno Valdisolo, Teolo - Chiedo a Bitonci: il tuo no ha evitato la Prandina? Il prefetto, dove trova disponibilità, invia le persone ma possiamo scaricarle nel Comune vicino per egoismo? A Battaglia ci sono 140 profughi e due vigili, il paese si sta destabilizzando. Questi i problemi che dobbiamo affrontare».

Ultimo aggiornamento: 11:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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