La storia di Antonia: «Ecco come
mi sono trovata senza casa»

Sabato 18 Ottobre 2014 di Luisa Morbiato
Antonia parla con le volontarie
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PADOVA - Loggia della Gran Guardia gremita ieri sera dalle 19 per la "Notte dei senza fissa dimora". La festa con musica, danze magrebine e un grande buffet realizzato dagli studenti che frequentano il corso cuochi dell'Enaip, è organizzata da Noi sulla Strada, Comunità di Sant'Egidio, Avvocato di strada, Psicologi di strada, Gruppo R e Cosep, per sensibilizzare le persone sui temi dell'emarginazione sociale. Tra i diversi appuntamenti i volontari hanno organizzato, in piazza Capitaniato, la «Biblioteca vivente», quattro postazioni dove persone senza fissa dimora raccontavano la loro storia.

Tra loro Antonia, 46 anni ma ne dimostra meno, che con pacatezza e grande dignità ha raccontato le sue vicissitudini. «Ho sempre lavorato, come magazziniera in una ditta di cosmetici, poi in un'impresa di pulizie per 6 anni ma poi il titolare ha assunto degli extracomunitari e le nostre ore si sono ridotte fino a quando ho perso l'occupazione nel 2007 - spiega Antonia - avevo dei risparmi che mi sono bastati a pagare l'affitto di casa per alcuni mesi poi mi sono ritrovata in strada. La vigilia di Natale per la prima volta sono entrata, col programma "emergenza freddo", al dormitorio pubblico e ho avuto un riparo notturno fino a marzo del 2008 quando mi hanno rimandato in strada anche se faceva ancora freddo».

Antonia è nata e vissuta a Padova poi si era trasferita in un comune della cintura che, per un pò ha versato la retta del dormitorio a quello di Padova.

«L'assistente sociale mi ha avvertito che avevano deciso di spendere solo per aiuti alle famiglie di quel Comune e non mi avrebbero dato più nessun sussidio. È stato un continuo alternarsi di dormitori e strada - continua Antonia - Nel 2012 ho avuto colloqui con diverse associazioni e ho trovato ospitalità alla Mandria dalle suore Comboniane dove sono rimasta quasi un anno». Nuovamente senza un tetto Antonia che quando riusciva cercava di guadagnare qualcosa con pulizie e lavoretti di cucito, ha frequentato anche una scuola per sarte. Ora è ospite di un'anziana che, in cambio di vitto e alloggio, assiste durante la notte.

«A volte mi sento di peso perché non posso contribuire e l'anziana ha solo la sua pensione, quello che sogno è un lavoro ma mi rendo conto che alla mia età è molto difficile ma ci spero davvero - chiude Antonia - da un altro punto di vista mi sento fortunata, vesto con quello che mi da la Caritas ma non dormo più in strada. Quando sei senza una casa a volte basta una parola, un abbraccio per non crollare e non riuscire più a tirarsi su e la speranza di un onesto lavoro qualsiasi».

Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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