Nell'intervallo s'accorgono dei furti
costretti a giocare per evitare multe

Domenica 11 Ottobre 2015 di Ferdinando Garavello
Nell'intervallo s'accorgono dei furti costretti a giocare per evitare multe
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PADOVA - Non bastava il caso scandalo della 1. Categoria (gara persa a entrambe le squadre per aver soccroso un compagno) ora sono i ragazzini che devono giocare dopo che i ladri hanno fatto incetta di telefoni e denaro. E ai malcapitati, per evitare penalizzazioni e squalifiche, tocca appunto scendere in campo per il secondo tempo.

È accaduto ieri pomeriggio a Monselice, dove i padroni di casa della Rocca hanno incontrato in gara di campionato i pari età dell'Esedra Don Bosco di Padova: il torneo è quello dedicato agli juniores regionali, quindi si parla di ragazzi che hanno 17 e anche 18 anni. Comprensibile che a quell'età lo smartphone e il cellulare di ultima generazione siano un accessorio imprescindibile, e pure parecchio costoso.

Lo stesso ragionamento devono averlo fatto i ladri, che hanno preso di mira entrambi gli spogliatoi dell'impianto monselicense dedicato a Kennedy.

L'orario esatto dell'incursione resta ancora imprecisato, dato che la razzia è stata scoperta solamente quando le squadre sono uscite dal terreno di gioco per l'intervallo. I ragazzi e gli accompagnatori sono entrati negli spogliatoi e hanno subito notato che c'era qualcosa di strano.

Qualcuno non trovava il telefono, che è la prima cosa che un diciassettenne va a vedere appena smette di fare qualcos'altro. Altri hanno mangiato la foglia e si sono accorti che erano spariti pure i portamonete e i portafogli. La confusione, le imprecazioni e i pianti hanno richiamato l'attenzione dei genitori che avevano seguito le squadre dagli spalti, e subito un nugolo di mamme e papà sono scesi nel cuore dell'impianto sportivo per capire cosa fosse successo. Sul posto sono arrivati poco dopo anche gli agenti della polizia locale di Monselice, che hanno effettuato i rilievi di rito e raccolto una prima e sommaria lista degli oggetti trafugati.

Nel sacco sono finiti molti telefoni e parecchi portafogli: il numero esatto non è ancora stato reso noto, come pure il valore della refurtiva. A spanne, però, dato che i derubati sono oltre 30, una prima stima parla di almeno 13 mila euro fra smartphone, cellulari e contante. Sono stati arraffati anche i valori di almeno uno degli allenatori e pare - anche se non è stato possibile appurare ieri la veridicità dell'informazione - che a qualche ragazzo siano state rubate perfino le scarpe.

Una volta concluso l'intervento dei vigili è iniziata la seconda fase della bagarre, che dal dramma si è trasformata in farsa. I giovani si volevano infatti rifiutare di tornare in campo per disputare il secondo tempo, ma sono stati costretti dalle regole della federazione. In caso contrario avrebbero rischiato una sconfitta a tavolino per entrambe le formazioni e una squalifica per i capitani.

Ultimo aggiornamento: 18:19

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