Tangentopoli delle terme, indagine
sui giubbotti venduti all’Esercito

Sabato 4 Luglio 2015 di Luca Ingegneri
Tangentopoli delle terme, indagine sui giubbotti venduti all’Esercito
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ABANO TERME - L’improvvisa accelerazione all’inchiesta sulla Tangentopoli delle Terme ha probabilmente mandato all’aria un affare su cui il sindaco di Abano Luca Claudio faceva affidamento. È il business che ruotava attorno a "Pharma 30 Srl", società specializzata nella produzione e commercializzazione di medicinali e prodotti farmaceutici, con sede a Rubano, in piazza Aldo Moro 17.

Costituita nel 2003 dallo stesso Claudio, che ne risulta legale rappresentante, Pharma 30 aveva recentemente deciso di concentrare la propria attività sulle forniture all’esercito italiano.

Un primo appalto la società di Claudio se l’era aggiudicato qualche tempo fa. Era riuscita a piazzare giubbini destinati ai nostri militari per un controvalore di 400mila euro. L’arresto dell’assessore sampietrino Ivano Marcolongo e la raffica di perquisizioni che hanno coinvolto Claudio e il collega Massimo Bordin avrebbero fatto saltare un affare ancora più grosso. Tra i documenti sequestrati dalla Guardia di finanza è spuntata fuori anche una bozza di contratto per la fornitura di medicinali e prodotti sanitari all’esercito. Un business per il quale, stando agli accertamenti compiuti dalle Fiamme gialle, Luca Claudio si sarebbe avvalso della collaborazione dell’allora consigliere regionale Leonardo Padrin, presidente della Commissione sanità di Palazzo Ferro Fini, e principale sponsor della candidatura, poi naufragata, di Claudio in Regione. Padrin avrebbe dovuto in sostanza esercitare pressioni a livello governativo, in maniera da favorire l’assegnazione della fornitura a Pharma 30. «È una ricostruzione fantasiosa - questo il commento a caldo di Padrin - anche perchè ho appreso solo dai quotidiani dell’esistenza di Pharma 30. Nessuno mi hai contattato per favori di questo tipo e nulla avrei potuto fare visto che non ho conoscenze nell’esercito».

Che si trattasse, almeno sulla carta, di un business con cifre da capogiro è dimostrato dalla creazione nel 2013 della controllata Pharma 300, società rimasta praticamente inattiva. La stessa Pharma 30 non naviga più in buone acque. Per far fronte alle difficoltà finanziarie Luca Claudio ha recentemente perfezionato la cessione del capannone di Rubano, sede operativa della società. Con la commercializzazione dei farmaci, il primo cittadino aponense voleva evidentemente allargare il proprio raggio d’azione al di fuori degli appalti del verde e delle manutenzioni e delle perequazioni urbanistiche su cui, secondo gli investigatori guidati dal colonnello Luca Lettere, vigeva la ferrea regola del 10%. Attraverso assegnazioni di lavori ai soliti noti, ovvero a imprenditori che, dopo aver pagato la prima volta, venivano "fidelizzati". Luca Claudio avrebbe accumulato un patrimonio di una quarantina di unità immobiliari tra abitazioni e garage, per un valore di oltre tre milioni di euro, dislocate tra Abano, Montegrotto e Solesino.

Nell’intreccio di società, spesso intestate ad amici fidati, un ruolo di primo piano è rivestito da "Soleluna", che risulta proprietaria di ben sei alloggi, e che ha incorporato "Malu" Srl, creatura del duo Claudio-Bordin. Quest’ultima aveva acquistato un immobile poi ceduto a "Soleluna", di cui in passato è stata legale rappresentante la moglie del sindaco di Abano.

Ultimo aggiornamento: 13:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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