Festa dei popoli padani, Salvini:
«Saluto i preti che alzano la testa»
Bossi: «Ce l'abbiamo ancora duro»

Domenica 13 Settembre 2015
Festa dei popoli padani, Salvini: «Saluto i preti che alzano la testa» Bossi: «Ce l'abbiamo ancora duro»
37
CITTADELLA - «Saluto i tanti don Gianni, don Angelo, don Bruno che stanno alzando la testa dicendo che c'e un limite e che si ricordano anche della sua gente. Facile spalancare le porte della parrocchia a chi arriva da altra parte del mondo quando ci sono italiani che dormono in auto». Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini alla festa dei popoli padani a Cittadella.
Se le cose non cambiano, per Salvini, «nel 2050 la manifestazione a Cittadella la fanno gli immigrati perché noi saremo in minoranza, ci vorrebbe più Oriana Fallaci e meno mons. Galantino da queste parti». «La battaglia si vince aiutando l'Africa a svilupparsi - ha aggiunto - e non facendo morire la gente in acqua: in Italia l'Africa non ci sta».








E ancora: «Uno che ha bisogno di riempire albergo e ristorante di clandestini vuol dire che non sa fare il suo mestiere e allora danneggia gli altri. A me piacerebbe che fallissero il giorno dopo tutti quegli alberghi e ristoranti del genere». «Il problema di rom e clandestini - ha detto Salvini - si risolverebbe in un mese e poi mi piacerebbe occuparmi di buona scuola e Italia. Scommettiamo che grazie a questa buona scuola che citando Fantozzi "è una cagata pazzesca" ci saranno migliaia di cattedre vuote da domani con questi trasferimenti. Con buona pace di Renzi e della sua fottutissima buona scuola che si è dimenticato di 70mila insegnanti precari».



«A qualsiasi nostro alleato diciamo: idee chiare coraggio e una sola faccia onesta e trasparenza concretezza». «Chi vuole mandare a casa Renzi a novembre avrà l'occasione di farlo a novembre con la tre giorni di liberazione nazionale. Saremo davanti alle banche, alle sedi dell'Inps, tabaccai, benzinai consumando e comprando solo ed esclusivamente prodotti italiani. E domenica 8 novembre tutti a Bologna in casa delle Coop, Cgil e della mafia rossa che se ne fotte dei lavoratori e si occupa dei banchieri».



Sul palco è salito anche Umberto Bossi: «A tutti può capitare di stare qualche mese in ospedale, non sono stato tanto bene, ma noi ce l'abbiamo ancora duro».



«Nessuno di noi qui ha paura del diverso, ne sono certo. Noi abbiamo paura dell'ignoto, di quelli che arrivano qui dei quali non sappiamo nulla che non sono profughi e non sappiamo cosa facevano nei loro paesi». A dirlo è stato il governatore del Veneto Luca Zaia. «La Merkel ha detto: "fuori dalle balle chi non è profugo". Ma in Italia per far sfigurare questi rozzi localisti che sono i leghisti ci citano la Merkel - ha continuato - Ma noi non abbiamo problema ad aiutare chi sta morendo di fame o sfugge dalla guerra. Ma quelli che vengono qui con cuffiette e iphone non sono profughi».



«Dobbiamo essere tutti uniti per uscire dall'Anci perché Fassino è lo zerbino di questo governo, non serve a nulla se l'Anci non fa quello che deve fare ovvero l'opposizione a questo Governo che non fa nulla per noi». A dirlo e stato il sindaco di Padova Massimo Bitonci. «Dobbiamo essere uniti anche per vietare che ai nostri ragazzi vengano propinate nelle scuole dei libri di testo con la teoria del gender, la famiglia naturale è formata da papa e mamma e figli e questo è il nostro modello, non ci sono altri modelli. quindi tutti uniti. Viva San Marco».



«Ma chi cavolo se ne frega dell'Anci? Ogni giorno faccio il giro della città e devo cercare i soldi per continuare ad assistere gli anziani e poi trovo il Prefetto, che è ospite del mio territorio, che mi dice che il giorno prima ha collocato i clandestini senza avvisare. Siamo noi la nuova resistenza, non chi complice di Roma ci fa subire tutto questo». Così il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin.
Ultimo aggiornamento: 19:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci