«Piacere, sono il conte Gregorio
e sono discendente di Dante»

Mercoledì 25 Febbraio 2015 di Maria Pia Codato
Gregorio di Serego Aldighieri
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PADOVA - Si celebra quest'anno il 750°anniversario della nascita di Dante Alighieri che nella Divina Commedia, dopo essersi inoltrato nella «selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura», ha percorso uno straordinario cammino che dall'abisso della bestialità umana l'ha portato alle vette della spiritualità.



A distanza di secoli, è emozionante incontrare un discendente del Poeta, il conte Gregorio di Serego Alighieri, 66 anni, profilo che ricorda quello dantesco, modi garbati, cavaliere d'Onore e Devozione dell'Ordine di Malta, che opera per la difesa della fede e l'aiuto ai poveri. Vive a Padova, città che ha eletto a sua dimora anche per la vicinanza dei parenti: i Capodilista, i Papafava e la cugina prediletta Luisa Scimemi di San Bonifacio.

Conte, la famiglia degli Alighieri si estinse a Verona nel 1558.

«Sì, ma, grazie alle nozze tra Ginevra, nipote di Dante, e Marcantonio di Serego, trovò continuità in quest'ultima Casata. In Valpolicella, nella villa dove abitarono Ginevra e Marcantonio, vive mio cugino Pieralvise di Serego Alighieri».



Nel corso dei secoli l'umanità, nel bene e nel male, non è cambiata, perciò, secondo lei, quale personaggio del nostro tempo il suo antenato condannerebbe all'Inferno?

«Matteo Renzi! All'inizio del suo incarico di governo tante belle promesse e chiacchiere, ma fatti pochi o niente».



A chi farebbe provare le pene del Purgatorio?

«A chi sta affossando la nostra amata Italia».



Chi premierebbe con il Paradiso?

«Gli italiani per lo spirito di sopportazione che stanno dimostrando. Ma, attenzione! A tutto c'è un limite».



Quali sono i versi della Divina Commedia che l'affascinano di più?

«"L'amor che muove il sole e l'altre stelle": la fede che crea energia nel nostro Dna».



Che cosa sente di avere in comune con il poeta fiorentino?

«La geniale follia».



Quale messaggio, attraverso le parole di Dante, vorrebbe rivolgere all'uomo contemporaneo?

«Tutta la Divina Commedia è speranza e come tale Dante ci invita con forza a non desistere, essendo così vincitori e non perdenti».
Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 16:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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