Accoltella la mamma nel letto:
«Convivere con lei era uno schifo»

Mercoledì 29 Gennaio 2014 di Cesare Arcolini
Vittorio Boni e la casa in cui viveva con la mamma
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BRUGINE (PADOVA) - Ha aggredito l'anziana madre mentre stava dormendo e ha provato ad ucciderla con un coltello da cucina. Tragedia sfiorata l'altra notte all'1,15 in via Marconi 41 a Brugine. Maria Zatta di 71 anni è stata trasportata in ospedale a Piove di Sacco, guarirà in quindici giorni per le ferite d'arma da taglio riportate alle mani e le ecchimosi al collo dovute al tentativo di strangolamento. Suo figlio, Vittorino Boni, 49 anni, disoccupato, con trascorsi burrascosi tra alcol e droga, è stato arrestato per tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. Madre e figlio vivono da soli dopo che qualche anno fa è venuto a mancare Renato, il marito della donna, ex stradino del comune di Brugine.



Dopo cena pare che i due familiari abbiano avuto una discussione. Niente di particolarmente grave, dissidi familiari come già in passato ne erano capitati. Attorno a mezzanotte la donna si è ritirata nella sua camera per dandare a dormire. Vittorino Boni è rimasto nel salotto, voleva guardare la televisione, ma evidentemente nella sua mente già prendeva forma il disegno criminale. Un'ora dopo è scoppiato l'inferno.



Il figlio violento si è armato di un coltello da cucina, è andato in camera dalla madre e le è salito addosso. Ha provato a strangolarla con una mano, mentre con l'altra cercava di colpirla con la lama. La donna, che non era ancora addormentata, ha opposto una strenua resistenza. Si sentiva soffocare, ha temuto di morire, ma seppur dolorante, è riuscita a divincolarsi e a disarmare il figlio. Nella violenta colluttazione la donna è rimasta ferita in più punti dalla lama del coltello brandito dal figlio.



È uscita nel cortile di casa. Ha gettato in una siepe il coltello che era riuscita a strappare con la forza della disperazione dalle mani del figlio ormai fuori sè e si è rannicchiata terrorizzata e fradicia per la pioggia battente in un angolo buio del giardino mentre dalle ferite sentiva colare il sangue.



Ha avuto la forza di chiamare il 112: «Mio figlio mi sta ammazzando, correte». Fortuna ha voluto che proprio a quell'ora un'autopattuglia del Radiomobile di Piove di Sacco si trovasse a Brugine in perlustrazione. In meno di un minuto dalla segnalazione, i carabinieri erano già davanti al civico 41 di via Marconi a sirene spiegate e con i lampeggianti che trasformavano in un mosaico bluastro le mille gocce di pioggia della notte. Hanno trovato la donna nascosta tra la vegetazione e l’uomo sull'uscio di casa che cercava la madre per finirla urlando ingiurie al suo indirizzo. Quasi una scena degna dello "Shining" di Stanley Kubrik.



L'anziana signora è stata soccorsa dai militari e messa al sicuro, poi i carabinieri hanno stretto le manette ai polsi al figlio che non ha opposto resistenza e l'hanno portato in caserma. Mentre veniva ammanettato Vittorino Boni si è limitato a dire: «La convivenza con mia madre era uno schifo, non si poteva andare avanti così».



La testimonianza della vittima. «Vittorino mi metteva le mani addosso da anni. Sapevo che era un violento. Alternava momenti in cui era docile ed affabile ad altri in cui diventava intrattabile per futili motivi. Ho sempre cercato di proteggerlo sognando che un giorno la sua rabbia nei mei confronti terminasse».



Sono queste le drammatiche parole pronunciate da Maria Zatta ai carabinieri al termine di una notte di dolore dove ha rischiato di morire sotto la furia omicida del figlio. Il dramma familiare scoppiato l'altra notte in via Marconi ha sconvolto l'intera comunità di Brugine.



Maria Zatta, la mamma rimasta ferita, è molto conosciuta e apprezzata in paese. Tutti sono a conoscenza dell'amore materno con cui ha sempre cercato di difendere il figlio. Una famiglia per bene. Tre dei suoi quattro figli sono persone stimate, che si sono costruite una famiglia e non hanno mai creato alcun tipo di problema. Soltanto Vittorino era rimasto a vivere in via Marconi 41. Non ha mai lavorato e ha sempre vissuto ai margini della società attanagliato dalle dipendenze.



«Quando ero vittima della sua rabbia - ha proseguito l'anziana donna - cercavo di tranquillizzarlo, di fargli capire che gli volevo bene e volevo solo aiutarlo». Poi la donna, con gli occhi gonfi di lacrime, ha concluso: «Se l'avessi denunciato prima, probabilmente non saremo arrivati a questo finale malvagio. Ma per una madre dire ai carabinieri che il proprio figlio è una persona pericolosa, è molto più duro di quanto si possa pensare».
Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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