Onda di fango travolge treno in val Venosta:
9 morti e 28 feriti, sette gravi/ Video

Lunedì 12 Aprile 2010
Il treno deragliato (foto Ansa)
BOLZANO (12 aprile) - Un treno regionale deragliato nella zona di Merano (Bolzano), travolto da un'ondata di fango. Secondo il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder ci sarebbero almeno 9 morti e ventotto feriti, di cui sette gravi. L'incidente ferroviario è avvenuto stamani attorno alle 9 dove i binari attraversano una stretta gola, tra gli abitati di Laces e di Castelbello. La linea interessata - a binario unico - è quella della val Venosta, che congiunge i paesi della vallata con Merano. Ad essere coinvolto nell'incidente è stato il treno regionale R108 della società di trasporti Sad gestita dalla Provincia autonoma. Il convoglio - composto da tre carrozze - era partito da Malles alle 8.20 ed avrebbe dovuto giungere a Merano alle 9.43.



Frana provocata da un impianto di irrigazione. All'origine del disastro c'è una frana che secondo i primi sopralluoghi dei tecnici potrebbe essere stata provocata dalla rottura di un impianto di irrigazione; un'ipotesi, questa, avanzata anche dal direttore della linea ferroviaria, Helmuth Moroder. Rompendosi, l'impianto avrebbe «infradiciato» pesantemente il terreno sottostante, rendendolo instabile fino a farlo franare. I vagoni del treno sono stati investiti da una massa di terra e acqua; i morti sono rimasti intrappolati nel vagone in mezzo alla terra e alla fanghiglia.



Vagone in bilico sull'Adige.
I soccorritori stanno lavorando con pale e picconi per entrare e per scavare, recuperando chi è rimasto intrappolato. Uno dei due vagoni è finito in bilico sul greto del fiume Adige. Dieci dei feriti nel disastro (hanno riportato traumi cranici, traumi al torace, escoriazioni) sono stati portati all'ospedale di Merano, che dista poche decine di chilometri dal luogo della disgrazia. Una ventina invece è stata smistata negli ospedali di Silandro e di Bolzano.



I vigili del fuoco: «Scena agghiacciante».
«È una scena agghiacciante, il treno è pieno di terra e di fango. Dobbiamo lavorare con le mani, è una cosa tremenda». Lo ha detto un pompiere volontario sul posto del deragliamento. Gli uomini della protezione civile sono in attesa che i primi cadaveri siano portati fuori dal treno. Una scaletta metallica è posta in orizzontale tra uno dei finestrini rotti del vagone in bilico sul fiume e la massicciata. Sono pronte le barelle arancioni per trasportare le salme. Nei pressi del luogo della disgrazia è stato allestito un ospedale da campo della protezione civile. È stato istituito un numero telefonico di emergenza (800751751) al quale può telefonare chi voglia avere informazioni sui passeggeri.



Recuperata la scatola nera. I tecnici della ferrovia della Venosta hanno recuperato la scatola nera presente a bordo del treno deragliato in Venosta. L'apparecchio appare visibilmente danneggiato ed è stato posto sotto sequestro dai carabinieri.



Pochi minuti prima era passato un altro treno. Poco prima della disgrazia un convoglio era passato dal punto del deragliamento senza che accadesse nulla. Lo ha detto il direttore della linea ferroviaria, Helmuth Moroder. «È stata una questione di pochi minuti. Poco dopo - ha detto - alle 9.03 è passato il treno diretto a valle che è andato a finire contro la frana. Con tutta probablità - ha detto ancora Moroder - a far cadere la frana è stata la rottura di un tubo per l'irrigazione dei campi a monte della massicciata». È stata «una fatalità incredibile», ha continuato Moroder, «l'impianto è infatti munito di un sistema di sicurezza che provvede ad un blocco automatico nel caso della caduta di una frana sulla massicciata. La fatalità ha voluto che la frana si sia staccata proprio mentre passava il treno, che così è stato investito in pieno».



La procura apre un'inchiesta. La procura di Bolzano ha aperto un fascicolo sul disastro ferroviario e, al momento, non vi sono indagati. Le ipotesi di reato sono omicidio plurimo colposo, procurata frana e disastro ferroviario. Nel frattempo Rispoli ha ha assegnato l'incarico di compiere una perizia geologica a Rinaldo Genevois, un professionista di Padova che in passato aveva già stilato la perizia per disastro accaduto qualche anno fa in Val Badia, dove una funivia era crollata per uno smottamento.
Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 16:53

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