Uccise la moglie con 20 coltellate:
dopo sette anni tornerà libero

Lunedì 16 Giugno 2014 di Simona Pacini
Antonio Soccol con la moglie Miriam
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BELLUNO - Sette anni fa uccise la moglie a coltellate. Ora usufruisce del regime di semilibertà: ogni giorno Antonio Soccol, ingegnere 55enne, esce dal carcere di Baldenich, dove è detenuto dal 27 maggio 2007 e si reca al lavoro a piedi. Poi, dopo aver terminato le sue incombenze, torna alla casa circondariale. Fra benefici e sconti di pena il periodo da trascorrere in carcere per Soccol terminerà il prossimo ottobre.



Fra 4 mesi tornerà dunque uomo libero, dopo 7 anni e mezzo dall'omicidio: quel 27 maggio alle 11 di sera, chiamò la polizia per confessare l'omicidio della consorte, Miriam Parissenti, 44 anni, agordina, ostetrica ai consultori della Ulss 2, sulla quale aveva infierito con una ventina di coltellate. Il 55enne era stato condannato in primo grado a 16 anni, il 23 gennaio 2009.



Soccol e la moglie avevano una figlia. La ragazzina, dodicenne nel 2007, mentre il padre uccideva la madre nel bagno della loro casa di Cavarzano, dormiva nella sua cameretta. È stata poi affidata a una famiglia e non ha più visto suo padre. L'uomo, nel corso dell'iter giudiziario, ha risarcito il danno alla figlia vendendo tutti i suoi beni. «L'ho incontrato recentemente - racconta l'avvocato Claudia Bettiol - e l'ho trovato molto bene. In carcere ha sempre lavorato e ora lo sta facendo anche fuori. Non ha più visto sua figlia e si rende conto di avere fatto una cosa gravissima che lo segnerà per tutta la vita. Devo ammettere che se la pena ha una funzione rieducativa in questo caso l'obiettivo è stato raggiunto».



Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 08:04
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