VALBELLUNA - Umiliato e offeso al punto da scappare di casa e minacciare di uccidersi nel caso fosse stato costretto a ritornarci. Una storia drammatica, trascinatasi dal 2011 a giugno scorso, che vede sul banco degli imputati una palermitana di 38 anni, compagna del padre della piccola vittima. È accusata di maltrattamenti a minore, ripetuti e continuati, e anche di lesioni aggravate per averlo scaraventato giù dalle scale provocandogli la frattura di un dito. Lei aveva occhi solo per il figlio naturale, al quale l’altro "figlio", non poteva avvicinarsi.
L’imputata è difesa dall’avvocato Wanjera Ghimenton del foro di Padova: la madre naturale del piccolo si è costituita parte civile. «Sei uno str.... mi fai schifo - avrebbe detto la "matrigna" -. Vedrai cosa ti faccio oggi. Questa non è casa tua. Vattene». Per umiliarlo al massimo lo costringeva anche a portare il pannolone del fratellino e annusare le mutandine che a volte sporcava perché affetto da encopresi. Gli preparava e lo costringeva a mangiare cibi salati. Lui, Cenerentola in pantaloni, alla fine si è ribellato e si è giunti al rinvio a giudizio con le pesanti accuse.
Ultimo aggiornamento: 07:24
L’imputata è difesa dall’avvocato Wanjera Ghimenton del foro di Padova: la madre naturale del piccolo si è costituita parte civile. «Sei uno str.... mi fai schifo - avrebbe detto la "matrigna" -. Vedrai cosa ti faccio oggi. Questa non è casa tua. Vattene». Per umiliarlo al massimo lo costringeva anche a portare il pannolone del fratellino e annusare le mutandine che a volte sporcava perché affetto da encopresi. Gli preparava e lo costringeva a mangiare cibi salati. Lui, Cenerentola in pantaloni, alla fine si è ribellato e si è giunti al rinvio a giudizio con le pesanti accuse.