Tavecchio? Basta che non scivoli
su un’altra buccia di banana

Martedì 12 Agosto 2014
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Caro direttore,

siamo sempre stati testimoni di "gaffe" da parte di uomini famosi come Obama, Putin, Merkel, non parliamo di Berlusconi ecc. senza per questo scombussolare il nostro giudizio nei loro confronti.

Elezione del presidente della Figc: un candidato, prima unico, poi col 90% di appoggio, che perde via via l'appoggio per una frase, certamente infelice e da deprecare, ma evidentemente frutto di un vizio di forma.



Se Tavecchio invece di fare riferimento alle banane, avesse chiamato gli extracomunitari "giocatori del... cavolo", avrebbe mosso qualche sorriso e tutto sarebbe andato come da copione.

Ma i media, anziché valutare il candidato per i suoi precedenti, le sue capacità e i suoi programmi, hanno mantenuto il loro ruolo di sciacalli, infierendo ed amplificando e coinvolgendo opinione pubblica, società sportive e presidenti, diventando loro stessi "giornalisti e presidenti... delle banane".




Sergio Zaminato

Villa del Conte (Padova)




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Caro lettore,

etichettare come "sciacalli" coloro che hanno il torto di non pensarla come lei, mi pare francamente eccessivo. Comunque poiché, seguendo il suo ragionamento, mi ritrovo a far parte di questa categoria (quella degli "sciacalli" intendo), provo a spiegare le ragioni per cui consideravo un errore, dopo quello che è successo, affidare a Tavecchio la presidenza della Federazione gioco calcio.



È vero: tutti possono sbagliare o commettere gaffe. Ma non tutte le gaffe hanno lo stesso peso. Dipende dal contesto e dalla gravità dell'errore: se Obama, che lei cita, avesse "sbracato" alla Tavecchio nel suo discorso di investitura alla convention democratica, oggi non sarebbe con ogni probabilità presidente degli Stati Uniti. Diciamo che a Tavecchio, eletto ieri al vertice della Figc, è andata meglio. Ma la mia opinione non cambia: il neo-patron del calcio italiano non ha fatto semplicemente una battuta di dubbio gusto. Ha dato prova di grave e colpevole superficialità su uno dei temi caldi del nostro calcio: il razzismo nei confronti dei giocatori di colore. E lo ha fatto in un momento in cui, come ben sapeva, tutti i riflettori erano puntati su di lui, cioè in una fase in cui sarebbe stata necessaria da parte sua la massima serietà, compostezza ed autorevolezza. Ha sbagliato quando proprio non doveva sbagliare.



Ciononostante, per gli strani equilibri su cui si regge il nostro calcio (e che per molti aspetti ne spiegano l'attuale declino) Tavecchio ce l'ha fatta: ha vinto la sua gara ed è diventato presidente. Saprà rifondare il calcio italiano? Staremo a vedere. Intanto speriamo non scivoli presto su un'altra buccia di banana.
Ultimo aggiornamento: 13:40

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