Caro direttore
qualche lettore e la Cgia di Mestre pensano che Matteo Renzi non riuscirà a trovare i soldi per detassare la casa, non la penso così. Il presidente del Consiglio ha detto più volte che troverà i miliardi necessari vendendo alcuni tesoretti dello Stato a cominciare dalla cessione parziale delle Poste Italiane. Ecco dove li troverà i soldi. Però una volta venduti tanti beni lo Stato italiano non godrà più delle entrate garantite da questi asset e rimarrà senza capitali.
Allora ecco perchè penso che l'idea renziana sia anche peggiore di quello che ci si aspetta. Evidentemente Renzi non capisce che se prima non taglia il debito pubblico sarà praticamente impossibile ridurre le tasse quanto inutile e pericoloso vendere i beni dello Stato. Un governo che continua a fare debiti non può permettersi di privare il popolo di beni costruiti in oltre 150 anni di storia. La Corte Costituzionale è avvisata e spero per il bene di tutti che intervenga prima che sia troppo tardi.
Adolfo Somarolini
Treviso
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Caro lettore,
la sfida che Matteo Renzi si è assunto è senza ritorno: se il premier taglierà davvero Imu e Tasi, senza farle rientrare dalla finestra sottoforma di altre imposte magari locali, avrà realizzato un capolavoro politico ed economico e potrà realisticamente immaginare di restare a Palazzo Chigi per parecchio tempo ancora. Se al contrario non riuscirà a tener fede a questa sua impegnativa promessa, Renzi pagherà un prezzo molto alto in termini di credibilità personale e vedrà sgretolarsi definitivamente il consenso e la fiducia che, alle ultime elezioni Europee, aveva ottenuto da fasce di popolazione tradizionalmente lontane dalla sinistra. Concordo con lei: senza interventi decisi alla spesa pubblica, le risorse per tagliare le tasse sulla casa non sarà comunque possibile recuperarle. Ma Renzi si è impegnato a cambiare l'Italia e per realizzare questo obiettivo non c'è niente di meglio che ridurre le tasse e disboscare l'enorme spesa pubblica che affligge il nostro Paese. Certo: occorre farlo, non solo prometterlo.
qualche lettore e la Cgia di Mestre pensano che Matteo Renzi non riuscirà a trovare i soldi per detassare la casa, non la penso così. Il presidente del Consiglio ha detto più volte che troverà i miliardi necessari vendendo alcuni tesoretti dello Stato a cominciare dalla cessione parziale delle Poste Italiane. Ecco dove li troverà i soldi. Però una volta venduti tanti beni lo Stato italiano non godrà più delle entrate garantite da questi asset e rimarrà senza capitali.
Allora ecco perchè penso che l'idea renziana sia anche peggiore di quello che ci si aspetta. Evidentemente Renzi non capisce che se prima non taglia il debito pubblico sarà praticamente impossibile ridurre le tasse quanto inutile e pericoloso vendere i beni dello Stato. Un governo che continua a fare debiti non può permettersi di privare il popolo di beni costruiti in oltre 150 anni di storia. La Corte Costituzionale è avvisata e spero per il bene di tutti che intervenga prima che sia troppo tardi.
Adolfo Somarolini
Treviso
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Caro lettore,
la sfida che Matteo Renzi si è assunto è senza ritorno: se il premier taglierà davvero Imu e Tasi, senza farle rientrare dalla finestra sottoforma di altre imposte magari locali, avrà realizzato un capolavoro politico ed economico e potrà realisticamente immaginare di restare a Palazzo Chigi per parecchio tempo ancora. Se al contrario non riuscirà a tener fede a questa sua impegnativa promessa, Renzi pagherà un prezzo molto alto in termini di credibilità personale e vedrà sgretolarsi definitivamente il consenso e la fiducia che, alle ultime elezioni Europee, aveva ottenuto da fasce di popolazione tradizionalmente lontane dalla sinistra. Concordo con lei: senza interventi decisi alla spesa pubblica, le risorse per tagliare le tasse sulla casa non sarà comunque possibile recuperarle. Ma Renzi si è impegnato a cambiare l'Italia e per realizzare questo obiettivo non c'è niente di meglio che ridurre le tasse e disboscare l'enorme spesa pubblica che affligge il nostro Paese. Certo: occorre farlo, non solo prometterlo.
