Sicurezza, inadeguata
la risposta politica

Martedì 31 Marzo 2015
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Caro Direttore,

tanti giornali invitano i cittadini ad aver fiducia nelle istituzioni, non lasciarsi prendere dalle emozioni, non accettare provocazioni. Vediamo quali sono le istituzioni. Carabinieri: hanno tantissime cose da fare e si dichiarano impossibilitati a difenderci dai delinquenti che insidiano le nostre case. Polizia: devono tutelare ordine e sicurezza pubblica, hanno problemi di organico e risorse. Guardia di finanza: ha compiti di prevenzione e repressione di reati valutari e finanziari, deve eseguire lunghe estenuanti indagini. Magistrati: hanno un’enormità di procedimenti in sospeso e sono in numero inadeguato. Quali garanzie abbiamo per la protezione di noi stessi, delle nostre famiglie, dei nostri averi? Che Stato è quello incapace di difenderci e ci condanna se valuta eccessiva l’intensità delle nostre reazioni?


Oscar Marcer



Soligo (Treviso)



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Caro lettore,

le statistiche ufficiali ci raccontano spesso che, numeri alla mano, non c'è un incremento della criminalità, ma che anzi alcuni tipi di reati sono in diminuzione. Non ho elementi per dubitare di questi dati, ma è altrettanto vero che la gente si sente sempre meno sicura e la crescente percezione di insicurezza è essa stessa un problema. Anzi una emergenza. Le forze dell'ordine, nonostante le difficoltà, fanno tutto ciò che possono e spesso anche di più per contrastare malviventi e criminali. Il fatto è che anche la domanda di sicurezza da parte dell'opinione pubblica, in questi anni, è mutata: si è fatta più esigente e diffusa. E' la conseguenza di fenomeni, razionali e irrazionali, anche molto diversi tra di loro. La crisi economica, con il suo enorme carico di incertezze, ha influito anche in questo campo. Cosiccome i flussi migratori non regolati e l'incremento della micro-criminalità. Senza dimenticare neppure il ruolo dei social network con la loro capacità di diffondere in tempo quasi reale e in modo capillare ogni notizia, moltiplicandone l'impatto sociale. Di fronte a questi cambiamenti, tuttavia, la risposta di larga parte della politica è stata, per molti anni, inadeguata e insufficiente. Si è preferito minimizzare o negare, fornire spiegazione sociologiche o suggerire ricette buoniste, chiudendo gli occhi sulla realtà e su un allarme sociale che ora è una vera e propria emergenza.

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