​Renzi e i dinosauri
della vecchia politica

Mercoledì 1 Ottobre 2014
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Caro direttore,

130 voti a favore, 20 contrari e 11 astenuti, per Renzi, è una vittoria pari al 41 per cento delle europee. Renzi avrà i suoi difetti ma l’affondo di D’Alema e il piagnisteo di Bersani sono sceneggiate d’altri tempi. Pare impossibile che certa classe, ex dirigente, non accetti un cambiamento fisiologico di generazione. Renzi è nato nel Pds, partito di D’Alema e Bersani. Ne ha vissuto entusiasmi e lotte. Ma è cresciuto, si è senz’altro autocriticato. Ha intrapreso nuove strade e nuovi modi di relazionarsi con la politica e con la gente. Non ha collaboratori, a detta di D’Alema, insigniti di “premi Nobel”. Ma certamente entusiasti e dotati della “nuova sensibilità politica” che difendono e vogliono attuare. A questa schiera di bravi giovani un incoraggiamento: avanti... che non c’è rosa senza spine.






Natalino Daniele

Rubano (Pd)





Caro lettore, non voglio entrare nel merito delle dispute interne al Partito democratico, ma condivido, nella sostanza, il suo punto di vista. Nella direzione del Pd Bersani e D'Alema con i loro interventi, un po’ supponenti e funzionali soprattutto a riaffermare un loro ruolo dentro il partito, sono apparsi gli inesorabili portavoci di una politica datata. Non per gli argomenti di cui i due ex segretari si sono fatti portatori o per le critiche severe che hanno rivolto a Renzi. Ma per la logica che sosteneva i loro interventi: quella delle mediazione al ribasso, che è il gattopardesco metodo italiano per evitare, anche a sinistra, la sfida del cambiamento. L’azione del governo Renzi finora è stata meno efficace di quanto molti sperassero o pensassero. Ma un merito il premier ce l'ha: quello di non volersi piegare a queste logiche.
Ultimo aggiornamento: 13:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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