Parlamento, volontà popolare
e libertà di cambiare "casacca"

Sabato 12 Luglio 2014
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Caro, direttore,

faccio riferimento alla lettera e al suo commento sul diritto dei cittadini di scegliere i loro rappresentanti. Io sono sempre stato contrario a dare all’elettore la possibilità di scegliere i candidati al Parlamento e ciò perchè le segreterie dei partiti conoscono meglio degli elettori le persone da proporre, e hanno tutto l’interesse a individuare candidati credibili. I votanti molto spesso si fanno influenzare dall’aspetto fisico o dal modo di parlare. Tuttavia ciò che a mio avviso dovrebbe essere riformato è l’art. 67 della Costituzione riguardante il fatto che i membri del Parlamento esercitino le loro funzioni senza vincolo di mandato. Ossia costoro possono cambiare casacca in barba all’elettore che lo ha prescelto. Siamo in molti a chiedersi perché un eletto che cambia schieramento non perda il seggio.




Natale Codemo

Lido di Venezia





Caro lettore,

comprendo le sue perplessità, ma se il Parlamento deve rappresentare la volontà popolare, è il popolo che deve eleggerlo e scegliere chi ne farà parte. Non le segreterie dei partiti. Queste ultime peraltro, anche con il sistema delle preferenze, conservano un potere di intervento molto elevato, giacchè sono loro a compilare le liste elettorali e decidere la posizione in lista dell'uno e dell'altro candidato. Non è abbastanza? Quanto al problema dell'articolo 67 della Costituzione, che prevede per i parlamentari italiani l'assenza del cosiddetto "vincolo di mandato", è stato concepito che garantire la massima libertà di espressione dei rappresentanti del popolo. Ossia metterli in grado di poter operare in piena libertà di coscienza, senza essere condizionati da vincoli di partito o di altro genere. Si tratta di un presidio di libertà importante, precedente persino la Rivoluzione francese, e presente in molte altre democrazie occidentali.



Anche i buoni principi, però, possono essere vittime di cattive abitudini. Ed è quello che succede in Italia dove spesso l'assenza del vincolo di mandato viene sfruttato da senatori e deputati per saltabeccare da un partito all'altro. Quasi mai per salvare la propria libertà di coscienza, molto più spesso per salvare la propria poltrona. Ma questo con la Costituzione c'entra poco. Ha piuttosto a che fare con la dignità e il rispetto. Di se stessi e degli elettori.