La follia omicida non può tutelare il rispetto delle regole

Venerdì 16 Gennaio 2015
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Egregio Direttore,

essere contrari all'estremismo islamico, come io lo sono, non significa necessariamente "essere Charlie", anche perché l'estremismo islamico era soltanto uno tra gli obiettivi del giornale francese preso di mira nel recente attentato. Chi fa satira non può pretendere più diritti degli altri, compreso quello di offendere e calunniare. Del resto, molti di coloro che adesso dicono "io sono Charlie" qualche anno fa riempirono Calderoli di contumelie, epiteti ed anatemi, per aver indossato una maglietta con una vignetta simile a quelle che in Francia hanno scatenato l'ira islamica.




Alberto Bellio

Paese (Treviso)




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Caro lettore,

lei ha ragione, il doppiopesismo in Italia è una malattia dura a morire. Nelle drammatiche vicende di questi giorni non sono però in discussione solo il diritto di calunniare o di bestemmiare, ma, innanzitutto, il diritto di informare e, insieme, la difesa di quei principi di convivenza che appartengono alla nostra civiltà e che spesso sono il risultato di secoli di lotte.



Dopodiché, nei nostri Paesi, tutti i diritti e le libertà, comprese quelle di informazione e di satira, prevedono limitazioni e confini fissati a garanzia dei diritti e delle libertà altrui. E a tutelare il rispetto di queste regole ci sono delle leggi, non il libero arbitrio e la follia omicida del tagliagola di turno. Islamico e non.

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