Caro direttore
discutendo tra amici a volte non riusciamo a spiegarci come mai la borsa sale mentre il nostro Pil e la nostra economia in generale sono in difficoltà, le tasse sono alte e la disoccupazione aumenta. Non sono certo segnali incoraggianti e in queste condizioni il futuro è molto incerto. Inspiegabile poi è che a far da traino al rialzo siano i titoli bancari, quando gli stessi istituti sono super indebitati e in continua richiesta di denaro mediante aumenti di capitale, questo nonostante la Bce li abbia foraggiati con svariati miliardi.
Rimo Dal Toso
Padova
Caro lettore,
i mercati finanziari, e quelli azionari in particolare, giocano spesso d'anticipo: si muovono cioè sulle basi delle attese e delle previsioni più che dei dati di bilancio e dei numeri nudi e crudi. Lei si chiederà: ma quali sono queste previsioni positive che possono giustificare ottimismo sull'Italia e sulla sua Borsa?
Proviamo a indicarne alcuni. Certamente c'è un fattore politico: la scossa che il governo Renzi si è impegnato a dare (vedremo poi se ci riuscirà) al sistema Italia è stata senza dubbio apprezzata dai mercati internazionali. In secondo luogo: gli importanti investimenti che in questo periodo alcuni fondi e grandi operatori esteri hanno deciso di fare in aziende e istituti finanziari tricolori hanno contribuito ad alzare i riflettori sull'Italia e ad attrarre altri capitali.
Quanto alle banche, occorrerebbe valutare caso per caso, ma alcuni bilanci in profondo rosso presentati da grandi istituti nei giorni scorsi sono stati interpretati come la scelta di fare pulizia in bilanci fortemente appesantiti da crediti incagliati, quindi come segnali di svolta forieri di positivi risultati per il futuro.
Naturalmente non bisogna farsi troppe illusioni: i mercati sono rapidi e imprevedibili nel dare fiducia, ma lo sono ancora di più' nel toglierla. E se anche uno solo dei fattori alla base delle recenti ondate rialziste dovesse venire meno, sulla Borsa italiana il sereno potrebbe lasciar presto spazio al tempo incerto e alle perturbazioni. Anche violente.
discutendo tra amici a volte non riusciamo a spiegarci come mai la borsa sale mentre il nostro Pil e la nostra economia in generale sono in difficoltà, le tasse sono alte e la disoccupazione aumenta. Non sono certo segnali incoraggianti e in queste condizioni il futuro è molto incerto. Inspiegabile poi è che a far da traino al rialzo siano i titoli bancari, quando gli stessi istituti sono super indebitati e in continua richiesta di denaro mediante aumenti di capitale, questo nonostante la Bce li abbia foraggiati con svariati miliardi.
Rimo Dal Toso
Padova
Caro lettore,
i mercati finanziari, e quelli azionari in particolare, giocano spesso d'anticipo: si muovono cioè sulle basi delle attese e delle previsioni più che dei dati di bilancio e dei numeri nudi e crudi. Lei si chiederà: ma quali sono queste previsioni positive che possono giustificare ottimismo sull'Italia e sulla sua Borsa?
Proviamo a indicarne alcuni. Certamente c'è un fattore politico: la scossa che il governo Renzi si è impegnato a dare (vedremo poi se ci riuscirà) al sistema Italia è stata senza dubbio apprezzata dai mercati internazionali. In secondo luogo: gli importanti investimenti che in questo periodo alcuni fondi e grandi operatori esteri hanno deciso di fare in aziende e istituti finanziari tricolori hanno contribuito ad alzare i riflettori sull'Italia e ad attrarre altri capitali.
Quanto alle banche, occorrerebbe valutare caso per caso, ma alcuni bilanci in profondo rosso presentati da grandi istituti nei giorni scorsi sono stati interpretati come la scelta di fare pulizia in bilanci fortemente appesantiti da crediti incagliati, quindi come segnali di svolta forieri di positivi risultati per il futuro.
Naturalmente non bisogna farsi troppe illusioni: i mercati sono rapidi e imprevedibili nel dare fiducia, ma lo sono ancora di più' nel toglierla. E se anche uno solo dei fattori alla base delle recenti ondate rialziste dovesse venire meno, sulla Borsa italiana il sereno potrebbe lasciar presto spazio al tempo incerto e alle perturbazioni. Anche violente.
