Migranti, per chi entra in Italia
regole feree e controlli rigorosi

Mercoledì 22 Aprile 2015
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Egregio Direttore,

sulla gestione degli immigrati è urgente un drastico cambio di rotta culturale. Al buonismo degli ultimi 20 anni bisogna sostituire una grande severità nei confronti di chi delinque e di chi non si adatta sufficientemente ai nostri costumi. E ora che tutti gli immigrati ricambino l'aiuto che ricevono lavorando per i comuni che li ospitano. Questa è l'unica strada per far tornare la grande solidarietà che ha sempre caratterizzato gli italiani. Se invece continuiamo a pretendere dai cittadini una pazienza infinita raccontando loro la favola della "ricchezza" di una società multiculturale, allora prevedo che continueremo a chiuderci sempre di più in noi stessi e l'intolleranza nei confronti degli immigrati non potrà che aumentare.



Fabio Rossi

Sarmede (Treviso)



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Caro lettore,

non so davvero quale sia la strategia migliore e più efficace per fronteggiare e gestire i crescenti flussi migratori. Credo però che la solidarietà non basti, anzi produca effetti negativi se ad essa non viene associata, almeno in parti uguali, la necessaria dose di severità e rigore. Senza ipocrisie e con il necessario realismo. La Ue, che lesina fondi per contrastare gli scafisti nel Mediterraneo, a Ceuta e Melilla le due città spagnole in Nord Africa direttamente confinanti con il Marocco, ha invece finanziato la costruzione di una lunga barriera in metallo e filo spinato, vigilata da militari e telecamere, alta tre metri che nel prossimo futuro verrà innalzata a sei metri. E' uno scandalo? No, è una inevitabile forma di dissuasione, un freno a chi vuole entrare in Europa, in base ad un elementare principio: non possiamo accogliere tutti, ovunque e comunque. Il filo spinato in mare non si può mettere. Ma si potrà pur trovare un sistema di contenimento degli arrivi dalle coste africane e di lotta serrata agli scafisti. Dopodiché, per chi entra in Italia, servono regole chiare e ferree, oltreché attività di controllo efficaci e rigorose. Al contrario oggi non solo non esercitiamo alcuna azione di dissuasione nei confronti delle ondate di clandestini che si riversano sul nostro territorio, ma non siamo neppure in grado di identificare tutti coloro che sbarcano in Italia. E di una buona parte dei profughi perdiamo le tracce, non sappiamo dove vadano e cosa facciano.
Ultimo aggiornamento: 11:42

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