La morte di Maschio e la fatica
di fare l'imprenditore in Veneto

Venerdì 26 Giugno 2015
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Caro direttore,

sono un'ex imprenditrice e il suicidio di Egidio Maschio mi ha profondamente colpita. E vorrei condividere alcune riflessioni su ciò che oggi significa fare impresa, anche in Veneto. Non si pensi che essere imprenditore significhi essere cinici esecutori di progetti speculativi, che le belle figure di imprenditori appartengano al passato, che oggi nessuno sia così capace e forte da reggere le tensioni di un mercato spietato e sempre più selettivo. Facile dare la colpa alle banche o alla politica, sotto c'è ben altro che non funziona. Una mentalità che da sempre demonizza la figura dell'imprenditore, e che rende così diffidente la gente e gli stessi dipendenti. La maggior diffidenza si riscontra proprio nella gente comune, nei collaboratori, ma non per loro ignoranza o per cattiva informazione, è frutto di una cultura che in una città universitaria come Padova è ben radicata e inizia dai banchi di scuola. Anche se scuola e impresa più volte hanno cercato di incontrarsi, non si è ancora riusciti a trovare un filo comune.

Chi è al di fuori dell'impresa si sente al di sopra di ogni sospetto; ai baroni dell'intelletto non interessa mescolarsi con la sporcizia di chi fa impresa. Provate voi a iniziare un'attività, con la burocrazia, le spese da anticipare, i permessi comunali e le regole per il personale, oltre agli ostacoli di leggi e decreti che sembrano insormontabili. Se funziona ciò che hai creato ti senti un eroe, tanta gente vive e guadagna per merito tuo, hai delle soddisfazioni che ti rendono forte e quindi cerchi di migliorare sempre di più. Poi quando pensi di esserci riuscito arriva una congiuntura avversa che ti mette in croce, che ti fa sentire inadeguato, ma nessuno ti crede perchè hai superato ostacoli ben più grandi e sei considerato "forte"! Questi imprenditori non si uccidono perchè non riescono a superare gli ostacoli della vita aziendale, quando lo fanno non è per debolezza, lo fanno quando capiscono che non riescono più a fare qualcosa per tutti quelli che hanno coinvolto nel loro progetto e che credono in lui.



Lettera firmata

Padova



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Cara lettrice,

il suicidio è una scelta definitiva e tragica, Egidio Maschio, come altri caduti per la crisi, ha voluto che si compisse dentro la sua azienda. Un messaggio chiarissimo per un uomo che all'impresa aveva dedicato tutto se stesso e anche di più, senza mai risparmiarsi e senza mai paura di mettersi in gioco. Il filosofo Friederich Nietsche diceva che "è meglio morire con fierezza, se non è più possibile vivere con fierezza". Forse anche Maschio ne era convinto. La sua azienda dopo una crescita formidabile attraversava un periodo complicato sul piano finanziario ma poteva (e può) contare su una struttura industriale solida, su prodotti competitivi e posizioni di mercato invidiabili. Ma ciò, evidentemente, non era sufficiente a uno come lui per sentirsi "fiero". Soprattutto davanti ai suoi dipendenti. Quelli che, non a caso, definiva la "mia vera famiglia allargata".
Ultimo aggiornamento: 18:23

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