Vaticano, i giornalisti hanno
soltanto fatto il loro mestiere

Sabato 21 Novembre 2015
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Egregio direttore,

in seguito alla notizia dell' iscrizione nel registro degli indagati in Vaticano dei due giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi è opportuno fare delle precisazioni di natura giuridica. Se i due giornalisti hanno sollecitato l' inoltro di documenti riservati allora potrebbe configurarsi un concorso nel reato contestato ai due indagati dalle autorità vaticane, Francesca Chaouqui e mons. Vallejo Balda, ma ciò è molto difficile da provare.

Se invece hanno solo ricevuto i documenti potrebbe profilarsi la ricettazione. Va detto però che le nostre Procure in Italia hanno abbandonato da tempo la prassi di contestare la ricettazione a giornalisti che ricevono e pubblicano documenti coperti da segreto investigativo. Qualora il Vaticano decida di inoltrare una rogatoria per procedere contro Nuzzi e Fittipaldi e farli processare Oltretevere bisognerebbe che la richiesta passasse per il ministero della Giustizia e poi per le autorità giudiziarie italiane. Se il Vaticano optasse altresì per il sequestro dei loro libri anche in questo caso si dovrebbe passare attraverso le autorità italiane.

Inoltre pur sempre a monte esiste il diritto di cronaca, costituzionalmente garantito, secondo cui i cittadini devono essere informati di condotte altrimenti punibili: per giurisprudenza consolidata, ad esempio, la diffamazione non è punibile quando prevale l' esigenza di conoscere notizie che interessano da vicino la collettività, tipo dove vanno a finire i soldi dell' obolo di San Pietro. In sostanza penso che la vicenda finirà in una bolla di sapone perché altrimenti si creerebbero dei precedenti pericolosi, di difficile gestione, nei rapporti tra Vaticano e Stato Italiano.



Nadia Berengo

Mestre



Cara lettrice,

gli aspetti giuridici in questa vicenda hanno molto importanza, ma la questione di fondo mi sembra un'altra: i giornalisti fanno il loro mestiere che è quello di cercare notizie e pubblicarle. Nuzzi e Fittipaldi non si sono inventati nulla, hanno messo nero su bianco atti ufficiali, ancorchè riservati e segreti, della Santa Sede. Se c'è uno scandalo o se c'è qualche problema, di tipo politico o giudiziario, questo sta nei contenuti di quei documenti, non nel fatto che i giornalisti ne siano venuti in possesso. La gravità della vicenda dipende da ciò che lì dentro sta scritto, non nel fatto che dei giornalisti, facendo il loro lavoro, lo abbiano reso di pubblico dominio. Quanto all'ipotesi di ricettazione, conosco troppo bene uno dei due giornalisti, Gianluigi Nuzzi, con cui in passato ho condiviso numerose inchieste delicate e complesse, per poter escludere che abbia ottenuto quelle informazioni in modo fraudolento o compiendo qualche reato. La realtà, come spesso accade, è molto più semplice: qualcuno, dentro il Vaticano, aveva un suo interesse a far uscire quei documenti e li ha fatti avere ai giornalisti. Che li hanno pubblicati. Come era giusto e doveroso fare.
Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 14:23

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