Un bel gesto non c'entra nulla
con la nazionalità dell'autore

Venerdì 7 Agosto 2015
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Caro direttore,

sul Gazzettino di Venezia-Mestre di ieri leggo con piacere che un commesso “acciuffa” un bandito veneziano che, poco prima, aveva rapinato dell’incasso la commessa di un negozio vicino. Dalla foto e dal nome (Jonas) non mi sembra che il coraggioso commesso sia di etnia occidentale. Se si fossero invertite le parti, nel senso che un commesso veneziano avesse placcato un rapinatore nero, non c’è dubbio alcuno che avreste messo in evidenza il fatto. Forse è stato per non turbare il sonno di Salvini.



Franco Girace

Lido di Venezia



Caro lettore,

allietare i sonni di Salvini o di qualunque altro leader politico è l'ultima delle nostre preoccupazioni. Né ci preoccupiamo di risalire al colore della pelle o all'etnia di una persona partendo dal suo nome o dai tratti del suo viso. Non siamo abituati a fare di tutta l'erba un fascio: sappiamo bene che molti stranieri sono dediti alla delinquenza e al malaffare, ma ci sono anche migliaia di immigrati che vivono e lavorano nel nostro Paese, pagano le tasse e si comportano da cittadini onesti e attivi. Il bel gesto civile di Jonas è significativo per il coraggio e la prontezza mostrati, per il senso di vicinanza al prossimo messo in evidenza, non per il colore della sua pelle o per la sua nazionalità d'origine. Sottolineare oltremisura l'identità di migrante di Jonas sarebbe stato fare del razzismo al contrario. Jonas, qualunque sia il colore della sua pelle, non è una mosca bianca. È un bravo cittadino, come lo sono tanti altri come lui giunti in Italia da altri mondi e da altre culture.

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