Caro direttore,
leggo l’articolo “Stremati dalla burocrazia... finalmente sposi” (Treviso). Io "calcherei la mano" su queste notizie, ne vanno i diritti del cittadino. Le voglio raccontare la mia vicissitudine. Avrei voluto sposarmi a fine febbraio. Primi di gennaio 2015, lei (ucraina divorziata) al Consolato di Milano ottiene il nulla osta per matrimonio in due ore. Cielo! Gli ucraini hanno i pc e li sanno usare. Io scopro allo Stato Civile che sono ancora sposato. La sentenza di divorzio del 2009, in cinque anni e sedici giorni, non è riuscita ad arrivare dal tribunale di Venezia a Padova. Viene presentata Istanza urgente di sollecito, tramite legale naturalmente, ad oggi nessun esito. Pazienza! Attenderò anche se tutto questo ci porterà altri problemi ben più gravi.
Dove sono i miei diritti dopo spese legali, bolli, telefonate, spostamenti, tempo perso, ecc.? Leggo: "Il diritto a contrarre matrimonio, è un diritto fondamentale della persona riconosciuto anche dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (art. 16), dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (art. 12) e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea" (art. 9). Lettera morta, solo chiacchiere. In realtà è un diritto che sottostà alla voglia o non voglia di sbrigare una pratica, prendere una busta e farle fare quaranta chilometri.
O è una questione di francobollo? Pago io volentieri.
Ancora una volta mi sento suddito non cittadino.
Livio Mazzega
Caro lettore,
lo scrittore francese Honore' de Balzac scriveva che la "burocrazia è un gigantesco meccanismo azionato da pigmei". Temo che lei di pigmei ne abbia trovato più di uno sulla strada del suo matrimonio. Ma stia certo: nessuno pagherà per aver sbagliato o essersi dimenticato in qualche cassetto la sua pratica. La burocrazia è efficiente solo quando deve autoassolversi. Comunque storie vergognose e umilianti come la sua, spiegano più di tanti convegni perchè questo nostro Paese fa così fatica a ritrovare la via dello sviluppo e della crescita.
leggo l’articolo “Stremati dalla burocrazia... finalmente sposi” (Treviso). Io "calcherei la mano" su queste notizie, ne vanno i diritti del cittadino. Le voglio raccontare la mia vicissitudine. Avrei voluto sposarmi a fine febbraio. Primi di gennaio 2015, lei (ucraina divorziata) al Consolato di Milano ottiene il nulla osta per matrimonio in due ore. Cielo! Gli ucraini hanno i pc e li sanno usare. Io scopro allo Stato Civile che sono ancora sposato. La sentenza di divorzio del 2009, in cinque anni e sedici giorni, non è riuscita ad arrivare dal tribunale di Venezia a Padova. Viene presentata Istanza urgente di sollecito, tramite legale naturalmente, ad oggi nessun esito. Pazienza! Attenderò anche se tutto questo ci porterà altri problemi ben più gravi.
Dove sono i miei diritti dopo spese legali, bolli, telefonate, spostamenti, tempo perso, ecc.? Leggo: "Il diritto a contrarre matrimonio, è un diritto fondamentale della persona riconosciuto anche dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (art. 16), dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (art. 12) e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea" (art. 9). Lettera morta, solo chiacchiere. In realtà è un diritto che sottostà alla voglia o non voglia di sbrigare una pratica, prendere una busta e farle fare quaranta chilometri.
O è una questione di francobollo? Pago io volentieri.
Ancora una volta mi sento suddito non cittadino.
Livio Mazzega
Caro lettore,
lo scrittore francese Honore' de Balzac scriveva che la "burocrazia è un gigantesco meccanismo azionato da pigmei". Temo che lei di pigmei ne abbia trovato più di uno sulla strada del suo matrimonio. Ma stia certo: nessuno pagherà per aver sbagliato o essersi dimenticato in qualche cassetto la sua pratica. La burocrazia è efficiente solo quando deve autoassolversi. Comunque storie vergognose e umilianti come la sua, spiegano più di tanti convegni perchè questo nostro Paese fa così fatica a ritrovare la via dello sviluppo e della crescita.
