Pd e Cgil, una frattura
ormai insanabile

Giovedì 30 Ottobre 2014
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Caro direttore,

che la Camusso sia stata eletta da tesserati fasulli non sono in grado di saperlo e non mi importa; sono invece ragionevolmente certo che tanti tra i manifestanti pro Cgil in piazza siano andati là spesati almeno in parte. Non è certo la prima volta che si parla di pullman riempiti da non paganti, ex tesserati o pensionati di sinistra che fossero. La reazione della segretaria Cgil alle insinuazioni della deputata Pd Picierno è stata "indignata". Il solito copione da parte di uno dei fautori del complotto guidato dal "grande vecchio" o in questo caso dai "poteri forti" che avrebbero piazzato Renzi al governo. È triste che in questa nazione si continuino a inventare nemici occulti o soprannaturali allo scopo di celare le proprie inadeguatezze politiche, sindacali o amministrative che siano, che hanno portato l'Italia allo sfascio da ben prima che Renzi si interessasse di politica.


Carlo Maschio

Padova

Selvazzano Dentro (Pd)



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Caro lettore,

le grandi manifestazioni, non solo quelle della Cgil, si sono sempre organizzate così: a spese del sindacato o del partito. Sorprende che il Pd se ne accorga solo adesso. Ma anche questo è il segno dei tempi. O meglio: il segno che qualcosa si è irrimediabilmente rotto nel rapporto tra il più grande partito della sinistra e la Cgil. Dalla cinghia di trasmissione siamo passati ai colpi di cinghia. Secchi e violenti, dati e restituiti senza diplomazia alcuna dagli esponenti dei due fronti. Cos'è accaduto? Che il Pd renziano ha capito subito che, per sfondare elettoralmente al centro e far valere nell'azione di governo i propri consensi, doveva togliersi di dosso l'ingombrante fardello rappresentato dal rapporto privilegiato con la Cgil. Rompere con una tradizione di "reciproco scambio", di condizionamenti, di veti, di giochi di sponda. E lo ha fatto. Negli ultimi mesi tra Renzi e il sindacato rosso è stato un crescendo di stoccate e di segnali di crescente insofferenza. La Cgil per un po’ ha traccheggiato, poi ha reagito sfoderando l'arma delle grandi occasioni: la piazza, convinta che quelle manifestazioni più o meno oceaniche che in passato avevano messo in crisi, se non in ginocchio, governi e leader, ancora una volta avrebbero sortito il loro effetto, convincendo Renzi a qualche retromarcia. Forse però, questa volta, la grande Cgil ha sbagliato i propri calcoli.

Ultimo aggiornamento: 13:56

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