Meno tasse per Renzi
una sfida “decisiva”

Mercoledì 22 Luglio 2015
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Egregio Direttore,

la TV e i quotidiani in questi giorni danno una grande rilievo alla notizia che Renzi “promette che nel 2016 toglierà la tassa sulla prima casa, dal 2017 meno imposte sul lavoro, dal 2018 meno Irpef”. Il Ministro Padoan afferma: “..se parte la ripresa, il debito pubblico non fa più paura...”. Due semplici considerazioni La prima: ma Berlusconi non aveva pure lui “promesso” che avrebbe ridotto le tasse? Adesso ne è arrivato un altro che “promette per il futuro”. Io so solo che le tasse sono aumentate, e ripeto aumentate per la gran parte degli italiani. L'Imu non è forse una tassa? L'allargamento della base imponibile (lavoratore autonomo) non ha come effetto l'aumento delle tasse? E potrei continuare a citare più esempi; La seconda: ma allora il nuovo record sul debito pubblico previsto o non previsto, fa paura? Cari Governanti, dovete fare, non parlare, o peggio, continuare a “promettere”. Fintanto che noi cittadini non vedremo ridurre drasticamente la spesa pubblica e calare il debito, sarà difficile che continueremo a crederVi. E i famosi “populisti” non li fermerà più nessuno!


Antonio Furlan



Prata di Pordenone



Caro lettore,

qualcuno ha detto che "le promesse, in politica, non bisogna mantenerle, ma bisogna farle". Un principio un po' cinico, ma assai spesso applicato. Renzi, però, non può permettersi il lusso di farlo. Il premier, forse anche per ridare smalto alla sua immagine un po' appannata, ha fatto annunci impegnativi sul fronte del taglio delle tasse, fissando obiettivi che appaiono tanto condivisibili quanto particolarmente ambiziosi alla luce delle condizioni del nostro bilancio pubblico. Naturalmente non c'è nessun dubbio, almeno da parte nostra, sul fatto che la pressione fiscale vada drasticamente ridotta. Il problema è con quale risorse ottenere questo risultato. Renzi è abituato a buttare il cuore oltre ostacolo e anche in questo caso non si è tirato indietro: ha snocciolato cifre e fissato date. Ma la sfida che il premier si è assunto è, per certi aspetti, senza ritorno: se la promessa rivoluzione "fiscale" si concretizzerà, il segretario del Pd avrà ottenuto un risultato storico, spiazzando tutti i suoi avversari politici interni ed esterni. Ma se dovesse fallire la sua stella potrebbe altrettanto rapidamente declinare.

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