Profughi, non è questa
l'Europa che vorremmo

Giovedì 18 Giugno 2015
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Caro direttore,

vorrei rispondere alla prima domanda del signor Campi nel suo articolo sull'impotenza dell’Ue.

A cosa serve l'Europa, questa Europa? La risposta é semplice: a garantire un avvenire di pace ai nostri figli e nipoti sul continente (Ucraina e Russia permettendo). Oggi contrariamente a quanto lei pensa l'Europa si fa sentire in modo unitario in tantissimi settori, che vanno dal commercio internazionale, alla difesa dell'ambiente, all'aiuto ai paesi in via di sviluppo al rispetto dello stato di diritto, all'istruzione e alle libertà fondamentali di espressione e di culto tutt'ora minacciate, anche nel nostro paese se fosse lasciato solo.

Problemi che non sono forse d'attualità, ma che sono importanti.

Poi lei parla di politica internazionale: lei dimentica, caro signore Campi che in Europa ci sono vincitori e vinti. Due Stati hanno un seggio permanente con diritto di veto all'ONU e hanno l'arma atomica. Le loro opinioni pubbliche, che valgono almeno come la nostra, non sono pronte a cedere quei privilegi ai vinti.

Concludo con l'immigrazione. È oggi certamente un problema italiano, diventato anche europeo, ma non solo. I Paesi del sud est asiatico hanno lo stesso problema. L'Australia è in causa con soluzioni quanto meno discutibili se non addirittura illegali e riprovevoli, negli Stati Uniti è un soggetto attuale di un acceso dibattito elettorale

Nessuno ha la soluzione. Come vede, fossimo soli, non andrebbe meglio.


Antonio Seguso



Lido di Venezia



Caro lettore,

Alessandro Campi non ha proposto la cancellazione della Ue e neppure l'uscita dell'Italia dall'Europa. Si è posto un quesito, tuttaltro che retorico, che in molti in queste settimane si stanno facendo: a cosa e a chi serve un’Europa dominata dagli interessi nazionali? A cosa serve un Europa in cui, di fronte a una vicenda come quella dei profughi, prevalgono in mdodo così evidente gli egoismi e rispuntano barriere e confini? Sono domande a cui occorrerebbe rispondere con i fatti più che con le certezze filosofiche. E i fatti non ci sono. E quando ci sono, purtroppo, parlano da soli. E quasi mai a favore dell'Europa che vorremmo.
Ultimo aggiornamento: 14:31