Finalmente fuori dalla crisi e dalla recessione. I nostri maggiorenti politici, innalzano peana di fronte all'improvviso impennarsi delle assunzioni a tempo indeterminato. Non dico che abbiamo raggiunto i livelli parossistici dei periodi del "milione di posti di lavoro", ma ormai la strada è in discesa e con una pendenza abbastanza accentuata.
Evviva! Ebbro di gioia per questa trionfale notizia, ho acceso il televisore e dal TG giunge notizia che oggi, a Modena, per un concorso per un posto da infermiere, si sono presentati in 6.498.
Nessuno che abbia il coraggio di dire a quei 6.497 che non saranno assunti e che alcuni vecchi signori, che da più di 41 anni e mezzo lavorano davvero (e saranno costretti a farlo per alcuni anni ancora), hanno la netta sensazione che dovranno fare almeno altri 1.000 concorsi, prima di arrendersi alla assoluta mancanza di lavoro.
Aldo Polesel
Cordenons (Pordenone)
Caro lettore,
di fronte ai dati Istat è giusto non entusiasmarsi più del dovuto anche perchè altri numeri, come quelli sulla produzione industriale in calo dello 0,3, appaiono meno confortanti e Paesi come la Germania e la Francia sono comunque cresciuti del doppio rispetto all'Italia. Tuttavia non eccediamo neppure in pessimismo e scetticismo: dopo una striscia di 13 risultati negativi consecutivi la tendenza del Pil (prodotto interno lordo) italiano si è invertita in misura anche superiore a quanto avevano previsto gli esperti. Certamente ciò non significa che l'Italia è fuori dalla crisi, tanto meno dall'emergenza occupazionale. Ma è un segnale confortante. Per valutarne la reale portata occorrerà però attendere agosto quando verranno diffusi i dati del secondo trimestre: se saranno positivi, se cioè per l'intero semestre la crescita avrà fatto segnare una dinamica chiaramente positiva, ciò dovrebbe significare che l'inversione di tendenza è solida e reale. E che l'Italia può guardare oltre la recessione.
Ultimo aggiornamento: 14:33
Evviva! Ebbro di gioia per questa trionfale notizia, ho acceso il televisore e dal TG giunge notizia che oggi, a Modena, per un concorso per un posto da infermiere, si sono presentati in 6.498.
Nessuno che abbia il coraggio di dire a quei 6.497 che non saranno assunti e che alcuni vecchi signori, che da più di 41 anni e mezzo lavorano davvero (e saranno costretti a farlo per alcuni anni ancora), hanno la netta sensazione che dovranno fare almeno altri 1.000 concorsi, prima di arrendersi alla assoluta mancanza di lavoro.
Aldo Polesel
Cordenons (Pordenone)
Caro lettore,
di fronte ai dati Istat è giusto non entusiasmarsi più del dovuto anche perchè altri numeri, come quelli sulla produzione industriale in calo dello 0,3, appaiono meno confortanti e Paesi come la Germania e la Francia sono comunque cresciuti del doppio rispetto all'Italia. Tuttavia non eccediamo neppure in pessimismo e scetticismo: dopo una striscia di 13 risultati negativi consecutivi la tendenza del Pil (prodotto interno lordo) italiano si è invertita in misura anche superiore a quanto avevano previsto gli esperti. Certamente ciò non significa che l'Italia è fuori dalla crisi, tanto meno dall'emergenza occupazionale. Ma è un segnale confortante. Per valutarne la reale portata occorrerà però attendere agosto quando verranno diffusi i dati del secondo trimestre: se saranno positivi, se cioè per l'intero semestre la crescita avrà fatto segnare una dinamica chiaramente positiva, ciò dovrebbe significare che l'inversione di tendenza è solida e reale. E che l'Italia può guardare oltre la recessione.