Non è necessario riproporre i video
dell'Isis per condannare i massacri

Martedì 18 Agosto 2015
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Caro direttore,



continuano le “prodezze“ dei terroristi dell’Isis con la decapitazione di prigionieri che il più delle volte hanno la sola colpa di non pensarla come loro. Gli organi di informazione ne danno notizia seppure con rilievo sempre più contenuto e noi facciamo presto ad archiviare il tutto. Non saremmo di fronte a frettolose archiviazioni se avessimo letto e riflettuto su ciò che scrisse sull’argomento Oriana Fallaci nel suo libro “ Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci “ dopo aver raccolto la testimonianza di una persona che assistette alla terribile esecuzione del soldato americano Paul Johnson.



Scrive la Fallaci : “…Johnson piange…ha le braccia legate con una corda e piange. Piangendo mugola qualcosa che non si capisce. Forse chiede pietà…

Il boia si avvicina a Johnson che continua a piangere. Con la mano sinistra gli afferra il faccione bagnato di lacrime. Con la mano destra gli appoggia il coltello alla base del collo, e incomincia a segare. Lentamente, accuratamente. Senza fretta. E senza curarsi delle urla che presto diventano rantoli, poi gorgoglii, infine si spengono. Intanto nella stanza un disco diffonde una dolcissima nenia”.




Luigi Fistarollo

Mira (Venezia)



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Caro lettore,



Oriana Fallaci diceva anche che "l'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte".



Da parte nostra, non c'è nessuna frettolosa archiviazione della gesta dei tagliagola dell'Isis. Semplicemente non c'è bisogno di riproporre quotidianamente le loro ripetitive efferatezze: l'inumana crudeltà di questi signori della morte ci è ormai nota, una decapitazione in più non fa la differenza e non credo che vedere l'ennesima, tragica sequenza assassina muti l'opinione di qualcuno nei confronti di questa gentaglia.



Video e foto sono realizzati dall'Isis a fini propagandistici, per dimostrare a fedeli e infedeli quanto sia irrefrenabile e determinata la loro follia religiosa e la loro volontà di morte. Non è necessario riproporre ogni volta quelle immagini di brutale violenza per comprendere che siamo di fronte a boia senza pietà, nemici non solo della nostra civiltà e dell'umanità. E che, come tali, vanno combattuti.

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