Referendum, le cifre sono teoriche
ma la questione veneta è concreta

Venerdì 28 Marzo 2014
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Caro direttore,

pi ci penso e pi mi convinco che questa storia del referendum sull'indipendenza sia una cosa poco seria. Non dico una buffonata, perch non voglio mancare di rispetto a quelli, pochi o tanti, che hanno votato. Ma due milioni di indipendentisti in Veneto non ci sono. Non ci crederei neppure se li vedessi con i miei occhi. E poi come si fa, sulla base di una consultazione via Internet, a proclamare la nascita della Repubblica veneta? Perch vogliamo sempre farci ridere dietro da tutti?


Paolo Schiavon

Treviso









Caro lettore,

che quasi la metà dei veneti, bambini e malati compresi, abbia votato per il referendum online sull'indipendenza era ed è francamente difficile da credere. E del resto nessuno finora è stato in grado di provarlo. Peraltro penso che siano anche ben pochi coloro che, dopo la fantasiosa proclamazione della Repubblica veneta di venerdì scorso a Treviso, ritengano di non vivere più nello Stato italiano o pensino di essere governati non da Matteo Renzi o Luca Zaia ma dal neonato Comitato dei 10 guidato da Gianluigi Busato. E' evidente che in questa vicenda ci siano state forzature, numeri un po' casuali e ballerini, concessioni al folclore e fughe in avanti dove la fantasia ha preso il posto della realtà. Ma questo era chiaro sin dall'inizio (non a caso il nostro titolo di sabato scorso era stato: "«Indipendenza, è un plebiscito»: Ma solo virtuale").



Tuttavia c'è un dato politico e sociale che, al di là dei numeri, è difficilmente contestabile e che questo referendum ha contribuito a rendere più evidente sul piano mediatico: il profondo malessere che percorre il Veneto e la crescente disaffezione di questa regione nei confronti di uno Stato vissuto come troppo lontano e irrimediabilmente inefficiente. Un sentimento confermato anche da sondaggi autorevoli come quello della Demos di Ilvo Diamanti secondo cui l'80% dei veneti ha guardato con interesse al referendum sull'indipendenza. Ed è su questo che occorre riflettere. E' a questo malessere che bisognerebbe dare risposte. Se poi al referendum di Plebiscito.eu hanno votato in due milioni o in 500mila o in 300mila, davvero poco cambia. E' evidente che sul piano sostanziale e pratico quel referendum non può avere alcun valore. Come credo che l'intraprendente e simpatico Busato non diventerà il leader del nuovo Veneto.



Ha avuto l'intuito di cogliere e sfruttare il momento. Gli eventi internazionali (la secessione della Crimea) gli hanno dato pure una mano. Alla fine si è guadagnato la sua porzione di popolarità, ma è difficile pensare che possa andare oltre. Del resto, il problema non è Busato, né il suo referendum e neppure la domanda, vera o supposta, di indipendenza. Il problema vero è il Veneto, il suo disagio, la sua irrrequietudine. E l'assenza di adeguate risposte politiche.
Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 22:06

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