Gli errori di Quinto ed Eraclea
non dipendono (solo) dai prefetti

Domenica 19 Luglio 2015
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Caro direttore,

l’arrivo a Treviso di 101 immigrati (sembra la carica dei...) ha scatenato la legittima reazione dei residenti. Leggo dai giornali che il prefetto Marrosu (ex di Gorizia) avrebbe preso la difesa delle regole imposte dal ministro dell’interno Alfano.

Qualche settimana fa la stessa prefetta sarebbe stata alla ribalta delle cronache per aver portato in un ristorante e dentro la sua borsetta il cagnolino, scoperta dal titolare e invitata a seguire (come per tutti) il regolamento dell’esercizio pubblico e invitata quindi a uscire. Premesso che le due situazioni sono completamente differenti tra loro, rimane il fatto che il prefetto (evidentemente a sua insaputa) aveva portato all'interno del ristorante la bestiola, immagino sapendo del regolamento o confidando nel suo ruolo. La medesima su fatti decisamente più seri ha applicato - da perfetta burocrate - la legge (sempre che di leggi si possa parlare).

Ennesimo esempio che i regolamenti si applicano rigidamente per gli altri, viceversa si interpretano per se stessi.




Antonio Colautti



Monfalcone



Caro lettore,

ieri anche la capogruppo del Pd veneto sul nostro giornale ha definito " grossolane e improvvisate" certe scelte dei prefetti, con chiaro riferimento a Quinto ed Eraclea. Segno che certe accuse piovute sui veneti e sul governatore Zaia erano dettate più da approssimativa conoscenza dei fatti e da pregiudizio politico, che dalla realtà delle cose. Perchè non ci sono dubbi: decidere di inviare, senza alcun preavviso e scavalcando il sindaco, 101 immigrati in condomini dove già vivono famiglie italiane è stato un errore clamoroso, dalle inevitabili conseguenze. E lo stesso vale per Eraclea: ammassare oltre 250 profughi in un residence nel cuore di una piccola località balneare nel bel mezzo dell'estate è un errore evidente ed equivale a creare una situazione di potenziale, alta tensione sociale. Ciò detto, a rischio di apparire un po' impopolare, non me la sento di buttare la croce tutta addosso ai prefetti. Che, sempre più spesso, appaiono anch'essi vittime di una gestione raffazzonata e colpevolmente dilettantesca di una politica centrale dell'accoglienza finora capace solo di scaricare i problemi (e centinaia di migranti) sui territori.

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