Caso Electrolux, alcuni sindacati
lontani dagli interessi dei lavoratori

Sabato 29 Agosto 2015
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Caro direttore,

niente di nuovo sotto il sole, un’altra occasione persa. Abbiamo passato la prima quindicina di agosto con il "no" dei sindacati per lavoro ferragostano alla Electrolux ed alle polemiche connesse. Oggi apprendiamo che per il prossimo anno è prevista una cospicua delocalizzazione di frigo in Ungheria. Ovviamente, questa scelta era già stata fatta, ma certamente i vertici aziendali dopo gli oramai classici "no" sindacali non avranno assolutamente nulla da recriminare per le loro scelte, anzi!

Al di là di tutto qual è il problema? Quante sono le persone che lavorano a Ferragosto, Natale e Capodanno anche la notte? Carabinieri, Polizia, medici, infermieri, camerieri, cuochi, ferrovieri ecc. Non mi risulta che dopo queste festività lavorate abbiano bisogno dell’analista!

Ma quando capiremo che il mondo è cambiato? Da queste barricate sindacali fuori dalle logiche dei tempi, quale vantaggio o miglioramento ne trarranno gli operai e gli impiegati Electrolux se non la certezza di un percorso già programmato di perdite di posti di lavoro? E il danno all’indotto che produrrà ulteriore perdite di posti? E la perdita definitiva di know-how che produrrà altri futuri e peggiori disastri? Che delusione.


Imerio Trentin



Conegliano (Tv)



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Caro lettore,

alcune organizzazioni sindacali, non tutte, difendono se stesse, e la loro sopravvivenza, prima che i lavoratori e i propri iscritti. Chiedere loro di prendere atto che i tempi e le logiche dell'economia sono cambiate, equivale a mettere in discussione la loro stessa storia e la loro funzione. Per loro è molto più semplice attestarsi dietro al no e rifiutare di confrontarsi con le mutate esigenze del sistema produttivo, che fare i conti con nuove sfide e impegnarsi a gestirle, sporcandosi se necessario le mani. La vicenda Electrolux è lo specchio di questa realtà: di un sindacato, o almeno di una parte di esso, trasformatosi nell'alfiere della conservazione e della difesa dell'esistente, in nome di parole d'ordine stantie e lontane dagli interessi reali dei lavoratori. Purtroppo le ideologie sono morte, ma molti orfani delle ideologie sopravvivono. E fanno danni.

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